Il gregge alza la testa
Tutta la verità sul 1983. L’esportazione del “modo di vita americano”, dopo il suo periodo di
prosperità, incontra ampi ostacoli, tutt’intorno al globo; ma un nuovo Presidente, simpatico,
piacevole, di una rassicurante stupidità, e capace di pronunciare giudizi lapidari e orecchiabili,
è stato appena nominato, Spetta a lui portare il popolo degli USA fin sulla soglia dell’anno
2000: “Padre Nostro che sei in Washington.... Le grandi società industriali e finanziarie, ivi
compreso il Sindacato (che gestisce in attività lecite i denari accumulati un tempo col
gangsterismo), tengono saldamente le leve del potere. I giovanotti di buona famiglia usciti
brillantemente dall’accademia militare fanno rapida carriera presso i generali che formano “la
diga del Pacifico”, cioé un’alleanza bianca, comprendente l’Australia, la Nuova Zelanda e le
superstiti dittature di destra dell’America Latina: una diga intesa ad arginare in tutto il
pianeta la marea montante neo-marxista filocinese. La popolazione americana continua ad
adattarsi alla normalità di condizioni di vita sempre meno normali, nonostante i cibi adulterati,
l’insicurezza drammatica dell’ordine pubblico, l’aria e il mare ed il suolo inquinati, la brusca
caduta dell’indice medio della durata della vita, l’alta percentuale di neonati malformati. Ma
altrove, specialmente nei paesi sottosviluppati, la situazione precipita, nonostante le enormi
spese USA in soccorsi internazionali. Il Mediterraneo, ridotto a una fogna, ha creato sulle sue
rive una crisi che tra l’altro ha spinto le popolazioni dell’Africa settentrionale a una disastrosa
guerra con i vicini a sud. Il “deserto del Mekong”, creato dalla guerra del Vietnam, continua
a gridare vendetta. E i giovani americani disertano le Università, non forniscono più le nuove
leve di cui l’industria ha bisogno e, totalmente dissolidarizzati dal sistema, ma privi d’altra
parte di una soluzione di ricambio, scendono ai gradi di vita più abietti, in cui rimane pura
soltanto la disperazione.
In questo mondo che diventa, con progressione geometrica, sempre più ingovernabile, i fatti
privati e quelli pubblici s’intrecciano in una fitta rete d’influssi reciproci, di corresponsabilità,
di errori di giudizio, in cui persino alle vittime e agli alleati accade di sterminarsi fra loro, in cui
le verità sono, a conti fatti, delle bugie e in cui certe menzogne sono tuttavia “vere”. Il
cataclisma è clamoroso, inarrestabile, un vero Gotterdammerung: una morte degli dèi che
travolge “i duecento milioni di esemplari più stravaganti e nocivi della nostra specie”.
Viviani