Il progresso è un razzo: un romanzo matto
Un "romanzo di avventure strambe", un "romanzo matto" e "un giudizio sul mondo", così
Bacchelli ha definito questa sua nuova storia, dove si intrecciano elementi fantastici,
filosofici, metapsichici e tragicomici che esprimono, in una serie di folgoranti esplosioni
inventive, i turbamenti, le perplessità e le rabbie dell'uomo d'oggi. Il protagonista, Saturnio
Foscherari, si assume la parte del "raddrizzatore di torti e soprusi" giacchè è forte in lui
l'esigenza di dire a tutti i costi "la verità", di combattere l'ipocrisia e la malafede inerenti
all'aspetto sociale e politico dell'esistenza umana anche a costo di dispiacere. Foscherari
è dottore in fisica matematica e possiede la strana facoltà di essere in contatto
telepatico con una stella "a guizzo", che rappresenta poi la sua coscienza. Il protagonista
passa di avventura in avventura: una deportazione in Germania durante la guerra, dove
lavorerà in una fabbrica di V2; un intervento al processo di Norimberga; un processo, in
Inghilterra, per l'affondamento doloso di una vecchia e frusta "carretta del mare"; un atto
di presenza alla cerimonia del premio Nobel a Churchill; persino una cena con Stalin. Le
sue parole, i suoi giudizi, i suoi atti, urtano regolarmente contro le decisioni ufficiali,
contro 1e idee correnti e il cosiddetto buon senso, la Storia che egli tenta sempre di
smascherare, seguendo una "linea retta e generosa che di solito - ma soltanto nei
romanzi?! - ha esiti malavventurati e spesso ironici". Per chiarire il paradosso del titolo e
ciò che esso può avere di enigmatico, l'autore ha suggerito di considerare che le V2 che
colpirono Londra e le V3 transatlantiche ch'erano destinate a radere al suolo Washington,
per gli scienziati non furono altro che le prove sperimentali necessarie all'allestimento della
nave spaziale per gli odierni viaggi astronautici. È vero che la guerra ha sempre prodotto
innovazioni e perfezionamenti di tecnica scientifica; è saputo, ma è un fatto, e fatto di
scienza, che non giustifica la guerra e nemmeno la lotta per la vita. Così, la sentenza
paradossale sulla "bontà" delle V2 e V3 compendia, in sarcastico simbolo, le falsità che
sottostanno alle giustificazioni umane. Le riassume tutte. Foscherari, insomma, è un
moderno Candido, un tipo eroicomico, un geniale pretesto per dialoghi filosofici e
avventure "morali" che Bacchelli descrive in modo arioso, pungente, magistrale. L'occhio
paterno, ironico e severo sul mondo, ch'egli pone anche in questa sua nuova invenzione
narrativa a sorpresa, non si distrae un momento; e così la moralistica facoltà di formulare
considerazioni, fra il serio e il faceto, assai acute e addirittura trafiggenti: "Dice la verità
chi non ha più altro da dire". La storia di Saturnio, dunque, è la favola della coscienza
smarrita, dell'uomo moderno che reagisce come può agli eterni e sempre nuovi aspetti del
Male. E nel contempo è una satira contro il Progresso, procedente a zig zag, appunto,
come un razzo. Per la sua favola, Bacchelli riattinge allo strato settecentesco della
propria cultura, critico come Voltaire e ironico come Swift; ma con grazia, diremmo
ariostesca, conduce il protagonista a inoltrarsi nel susseguirsi delle sue avventure,
Bertoni