Fantasma d'amore
A Pavia, in un giorno di pioggia, su un autobus, un professionista di mezza età « non
riconosce », in una donna cui offre gentilmente la moneta per il biglietto, il grande amore
della sua gioventù. L’episodio resterebbe privo di importanza, se la donna non si rifacesse
viva, telefonandogli a casa, sorprendendolo in strada e coinvolgendolo, sia pure
indirettamente, in una sequenza agghiacciante di delitti e di tragici incidenti: finché l’uomo
scopre, al termine di una angosciosa ricerca, che essa è morta a Sondrio tre anni prima. A
Sondrio però la ritrova completamente diversa, trasformata, la riama, le fissa un
appuntamento sui luoghi dei loro incontri giovanili, il Ticino. Ma di nuovo, attraverso sviluppi
misteriosi e indecifrabili, la donna sembra sdoppiarsi: ora fresca e attraente, piena di slanci
d’amore, ora fantasma irriconoscibile di una defunta che vuole vendicarsi, con macchinazioni
atroci, dei torti che ha creduto di subire. E proprio nelle acque limacciose del Ticino la
vicenda, enigmatica e allucinante, avrà la sua conclusione e il suo suggello.
Ambientando nei vicoli di Pavia e nelle brume dell’Oltrepò questa storia parapsicologica, Milani
le ha dato una cornice realistica che accresce il suo fascino: l’incredibile fa irruzione in un
mondo di quiete abitudini, di passeggiate domenicali, di amici che festeggiano a tavola il
piacere di ritrovarsi, di personaggi gustosamente provinciali, I due mondi, quello quotidiano e
quello metapsichico, si sovrappongono con effetti sconvolgenti, che tengono il lettore in uno
stato di continua suspense. Sullo sfondo di paesaggi rassicuranti e familiari, o in interni
psicologici che Milani ha saputo rappresentare con accattivante bravura, l’azione diventa
sempre più drammatica e incalzante. Tanto che fino in fondo il lettore è diviso tra due
desideri: quello di arrivare presto alla conclusione di una storia così strana e conturbante e
quello di assaporarne, a piccole dosi, le sorprese e i colpi di scena.
Piccinini