I mutevoli sensi dell'Umano
Il reale e il virtuale, il fotogramma e il digitale resistono ancora in competizione e c’è anche
chi li usa contemporaneamente, navigandoci dentro con disinvoltura. Uno di questi è proprio
Lorenzo Ramadoro, per cui ho creduto bene di avvertirvi per tempo; avvertimento utile per
consigliarvi a non tralasciare la lettura nel momento che vi incontrate con un periodare che,
secondo voi, non scorre bene, o è, per lo meno, oscuro, a seconda dei canoni del comune
andamento culturale che conoscete già. E ciò vale sia per lo stile – originale, creativo – che
per il trasvolare spesso fra il reale, l’irreale e la fantascienza. I personaggi de I mutevoli sensi
dell’Umano si intrecciano in dialoghi densi di sentimenti e di quotidiana confidenza, incrociati,
non di rado, da sentenze moraleggianti e sferzanti a riguardo della società del duemila, la
quale, tuttavia, si sta realizzando verso scenari di pieno tremila. La prosa, libera, si scontra o
si incontra con brani di poesia di avanguardia e l’amore, della coppia di conviventi ovunque,
si realizza agevolmente in quel “fare all’amore” che distingue il sangue giovane dentro lo
scorrere facile della società in “mutaformazione”.
Bertoni