La rivolta di Atlante. L'Atlantide
L’uomo ha un dovere al quale non può sottrarsi: sfruttare al massimo il suo potenziale,
guidano seguendo la propria ragione perseguendo il bene dell’umanità tutta. E in una società
massificata, che ostacola la piena esplicazione delle menti indipendenti, e in cui l’economia è
dominata dal mito del collettivismo e da sprovvedute scelte governative che limitano la
libertà individuale, l’unico modo per reagire è organizzarsi, fare propaganda, ribellarsi a una
politica pubblica dirigista il cui risultato è inesorabilmente sotto gli occhi di tutti: la
devastante distruzione della nazione e delle sue ricchezze. Per questo Francisco, Ragnar e
John hanno messo in atto lo sciopero dei cervelli e hanno riunito gli industriali innovatori, i
reali produttori del benessere nazionale, nel Galt’s Gulch, l’oasi in cui poter sperimentare in
totale libertà nuove soluzioni alla decadenza generale.
Ultimo della trilogia, in L’Atlantide i tentativi della mediocre classe dirigente di portare in
extremis dalla sua parte i promotori della futura rinascita, avranno solo un esito finale, quello
di rinsaldare la determinazione dell’eroe randiano che, sempre fedele agli impegni presi, è il
protagonista di un’estrema avventura in cui si destreggia abilmente tra torture, catture,
tentativi di corruzione, passioni e amori. Da una New York avvolta nelle tenebre, con i treni
bloccati e senza più erogazione di energia elettrica, i guizzi della inestinguibile fiamma del
petrolio fanno presagire che la ragione e la libertà non saranno mai sconfitte e che saranno
sempre in grado di ricostruire il mondo.
Cottogni