Il castello d'Otranto
Horace Walpole (1717-1797), figlio dell’influente primo ministro Robert Walpole e quarto conte
di Orford, fu una figura di spicco all’interno della società letteraria e politica inglese del XVIII
secolo. Raffinato collezionista di oggetti antichi e curiosi, prolifico memorialista e instancabile
corrispondente epistolare con numerose personalità della sua epoca, occupa un posto di
primo piano nella storia del gusto del gotico, di cui si fece promotore nel campo
dell’architettura e dell’arredamento con la costruzione del castelletto di Strawberry Hill e in
quello letterario con la pubblicazione nel 1764 del Castello di Otranto, indiscusso capostipite
di un genere destinato a una lunga e sempre rinnovata fioritura.

Un despota lussurioso e malvagio di shakespeariana memoria, una fanciulla indifesa e
ansiosamente in fuga in lugubri sotterranei, un giovane, generoso e integerrimo paladino dei
più deboli: su questi tre personaggi dal forte spessore archetipico, consolidati da una lunga
tradizione letteraria e ritratti sullo sfondo di un fantasioso principato italiano nei cupi anni del
Medioevo, Walpole dà vita nel 1764 al nuovo genere letterario del gotico e del roman noir,
mirando a fondere, al di sotto delle apparizioni spettrali e degli accadimenti soprannaturali,
delle sinistre profezie e delle miracolose rivelazioni, le istanze degli antichi racconti
romanzeschi con la verosimiglianza e la plausibilità psicologica del ben più giovane romanzo
realistico. Il castello di Otranto costituisce dunque una tappa fondamentale della storia del
romanzo europeo e affascina il lettore grazie alla suspense di un impeccabile meccanismo
narrativo, al rapido alternarsi del tragico e del comico, al gioco tutto settecentesco della
teatralità e della contraffazione che stempera nell’ironia e nel disincanto le cupe atmosfere e
le grottesche iperboli del “gotico”.
Cottogni