La moneta d'oro
E se da una moneta d’oro dipendessero le sorti di un intero continente?
Siamo nel villaggio di Birlane, in Africa, negli anni Sessanta. Dopo l’iniziale euforia suscitata
dall’indipendenza, la popolazione, ridotta in miseria dagli abusi dei padroni vecchi e nuovi,
abbandona le proprie case per tentare la fortuna nella capitale Yankar. Anche Ba’Mosè, padre
di Mosè, deve prepararsi al grande esodo. Ha con sé una moneta d’oro, appartenuta a un
Condarong, creatura straordinaria giunta da un altro pianeta. Secondo un’antica credenza
essa può conferire potere e ricchezza a chi la possiede, a patto di non venderla mai. Ma le
aspettative dell’uomo incontreranno solo dolore e delusione. Le luci della grande città non
sono che un miraggio. Sotto il cielo aperto, orde di mendicanti scivolano nell’inerzia
rovistando ai piedi della Montagna Sacra, in realtà mostruoso cumulo di plastica e rifiuti. Fino
a quando, perduta ogni traccia della moneta, spetterà a suo figlio Mosè ritrovarla. Finchè
verrà custodita, ci sarà un filo di speranza... risuona come un monito mentre, lento e
inesorabile, il brontolio che dalle viscere della terra non ha mai smesso di far sentire il proprio
minaccioso fragore, rischierà di annientare l’umanità per sempre.
Coniugando sublime lirismo e spaccati di cruda realtà, Ken Bugul tesse l’allegoria di un Paese
ignaro della propria ricchezza. Ogni capitolo porta il nome di un artista, poeta, politico, o
pensatore contemporaneo. Denuncia il fallimento della democrazia in Africa, le turpitudini del
potere, la corruzione della religione, ma soprattutto parla di un’Africa in cui uomini e donne
continuano, nonostante tutto, a resistere, conservando vivo un messaggio di speranza e di
pace.
Cottogni