Indiana Jones e il regno del teschio di cristallo
Chi può raccontare le avventure di Indiana Jones se non uno scrittore dallo stile unico e
adrenalinico come James Rollins? È ciò che devono aver pensato George Lucas e Steven
Spielberg, i quali, per la prima volta, hanno deciso di affidare a un grande autore di bestseller
internazionali l’incarico di scrivere un romanzo all’altezza del leggendario archeologo. E Rollins
ovviamente fa centro, creando vicende, situazioni e personaggi inediti, ma soprattutto
attingendo al suo formidabile talento per far rivivere sulla pagina scritta le imprese di un eroe
entrato nell’immaginario collettivo. Il risultato è un romanzo più avvincente di un film...
«Yucatan, 1957. Strisciò con cautela lungo il pavimento circolare su cui era intagliato un
calendario maya: un’enorme ruota composta da anelli concentrici di glifi incisi nella roccia. Di
fronte a lui, al centro, c’era una grande statua a testa di serpente, incorniciata da piume di
pietra, con le fauci aperte, irte di zanne, pronte a ingoiare gli incauti. La bocca era ampia
abbastanza da permettere a un uomo di strisciarvi dentro. Ma dentro, cosa c’era? Doveva
saperlo. Se solo fosse riuscito a raggiungerla... Cercò di muoversi più veloce, ma il soffitto gli
premeva sulla schiena, non poteva neppure sollevarsi su un gomito. La stanza era costruita
in modo che il supplice si muovesse sul pavimento strisciando come un serpente, fòrse a
immagine del dio maya Quetzalcoatl, il serpente piumato. L’attuale adoratore tuttavia non
indossava piume, solo un paio di vecchi pantaloni kaki, una giacca di pelle sdrucita e un
malconcio cappello di feltro marrone.
“Indiana!”
L’urlo era arrivato dalle scale alle sue spalle....
Cottogni