Il vampiro di Ropraz
Ropraz, 1903, Svizzera francese. In un paese opaco e austero, dove regnano la solitudine, la
superstizione, la violenza, muore una fanciulla. Qualche giorno dopo, la sua tomba viene
ritrovata aperta e il corpo esposto, profanato. Come un morbo, nel paese e nell'intero
cantone si diffonde il terrore del mostro, del "vampiro". Quando ad altri due cadaveri di
giovani donne viene riservata la stessa sorte, la paura collettiva raggiunge l'apice: diventa
più che mai necessario scovare un colpevole, un capro espiatorio su cui scaricare il furore
popolare. Si inizia a sospettare di chiunque, del ragazzo che un mattino ha accarezzato la
vittima con uno sguardo, del ladruncolo che è stato trovato di notte a rubare in una stalla:
fino a quando non si decide che il mostro è un garzone di vent'anni, solitario e taciturno, che
sarà dunque interrogato, processato, gettato in prigione. A salvarlo, per una paradossale
inversione di segno tra colpa e innocenza, sarà la storia, al di là dei fraintendimenti e degli
incubi della ragione. Ispirandosi a un avvenimento realmente accaduto, Jacques Chessex
restituisce, con precisione folgorante, la cronaca degli orrori commessi in questa terra "di lupi
e di abbandoni", attanagliata da ossessioni antiche, disertata da ogni pietà.
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