Il sogno degli eroi
Durante tre giorni e tre notti di carnevale, Gauna invita i suoi amici a spendere i
soldi che ha vinto alle corse.
Sono tre giorni di vagabondaggi per la città, di ubriachezza, di incontri sordidi e incantati,
di maschere, di balli e di liti. Tre giorni in cui sembra incarnarsi il mito del "guappo"
argentino, davanti agli occhi di questi pavoneggianti e allegramente crudeli
aspiranti "guappi". Ma qualcosa accade, nell'ultima notte, che Gauna in seguito non riesce
a ricordare, e che pure determina e muta il corso della sua vita. Che cosa è veramente
accaduto? Per giungere a questa scoperta, e liberarsi di quella che è diventata ormai la
sua ossessione, Gauna scivola lentamente in un labirinto del quale
fino all'ultimo gli sfugge il senso; e mentre cerca di decifrarne l'enigma, egli costruisce in
realtà, tenacemente, pezzo per pezzo, quel rompicapo nel quale
dovrà alla fine riconoscere il proprio destino.

Come Sigismondo, il protagonista de La vita è sogno di Calderón de la Barca, Gauna si
affaccia, al termine della sua esperienza, su una rivelazione: il destino dell'uomo è un
sogno che egli ha creduto di sognare, e poi ha dimenticato:
ma questo sogno traversa e misteriosamente disegna da un capo all'altro la trama della
sua vita.
Di Adolfo Bioy Casares, i lettori del "Pesanervi" ricorderanno certamente L'invenzione di
Morel. Anche in quel romanzo, vi era un mistero: ma quel mistero era una macchina, un
artificio geniale. Nel Sogno degli eroi, invece, il mistero fa parte della vita dell'uomo, o,
come dice lo stesso Bioy Casares, "del mistero dell'universo".
Fabriani