Il cuore del serpente
Cari amici, ormai Galaxy ha violato il nostro piccolo segreto editoriale e la sorpresa
Efremov non è più una sorpresa in assoluto Comunque, eccovi Il Cuore del Serpente: che
è, in realtà, uno dei più famosi e celebrati romanzi brevi della science-fiction mondiale.
Jacques Bergier, nella prefazione all’antologia Feltrinelli, ha scritto che questo romanzo è
uno dei tre che assicurano al suo autore «il posto di grande della fantascienza russa e,
tout court, della letteratura contemporanea sovietica ». E.J. Carnell, direttore delle tre
famose riviste inglesi New Worlds Science Fiction, Science Fantasy e Science Fiction
Adventures ed autore di ottime antologie, ha affermato: «È la migliore storia sul primo
incontro tra terrestri ed extraterrestri che mi sia mai capitato di leggere ». E questo è il
parere di Isaac Asimov: «Il Cuore del Serpente mi è piaciuto: è importante che
quest’opera venga giudicata “nobile” perchè sradica parecchi preconcetti americani sul
conto dei russi... È la versione del “primo contatto” fra terrestri ed extraterrestri, fondata
sull’amore e sulla comprensione reciproca». Mi auguro che questo romanzo possa
conquistare, dopo l’approvazione di Asimov, Di Bergier e di Carnell, anche la vostra
approvazione; è infatti un’opera molto notevole per la sua profonda umanità, per la sua
esattezza scientifica, per lo slancio sincero con cui l’autore auspica l’avvento di una
società in cui, superati i contrasti contingenti, gli uomini si avviino uniti alla conquista
pacifica dell’universo. L’autore, Ivan Efremov, un ex-marinaio che è riuscito a laurearsi in
biologia ed in ingegneria mineraria ed a diventare uno scienziato famoso (ha guidato
parecchie spedizioni scientifiche in Asia ed insegna paleontologia in un’Università
sovietica), è una figura estremamente simpatica e degna di ammirazione; le sue opere si
distinguono per la serietà, per l’impegno, per l’amore della conoscenza e della pace. Penso
che questo sarà un incontro veramente interessante per il pubblico specializzato. Come
avrete già notato, questo numero di Galassia ha 160 pagine — e d’ora innanzi sarà sempre
così. Lo spazio disponibile in questo fascicolo è degnamente occupato da racconti russi,
americani ed italiani: Mema di Anatoli Dneprov, che vi presenta un automa superrazionale,
superintelligente e piuttosto preoccupante; Una pietra dalle stelle di Valentina Zuravleva,
che vi farà scoprire il mondo affascinante dei bio-automi; un racconto del solito sublime
Bob Sheckley; una «storia metafisica» di Andrea Canal; ed il racconto di un altro dei
migliori autori italiani, quell’Ugo Malaguti che, dopo una produzione avventurosa ed
esoterica dignitosa ma non eccezionale, si è rivelato di colpo come autore di
science-fiction sociologica, dando via libera alla sua straordinaria congenialità con la
tematica e l’atmosfera della narrativa di Fred Pohl, del quale non esito a considerarlo
come il discepolo più promettente e più degno. Il mese prossimo, non dimenticatelo, ci
sarà il romanzo di James Blish, I tetraploidi, ed un lungo racconto di Isaac Asimov, La
notte morente. E a proposito del nostro Isaac, debbo darvi una splendida notizia in
anteprima assoluta: il suo romanzo più famoso, I, Robot (ignorato per anni ed anni dalle
riviste specializzate italiane, come altri autentici capolavori americani ed inglesi), uscirà
fra breve in una collana letteraria della Casa Editrice Bompiani. I, Robot, che sto
traducendo proprio in questi giorni, è universalmente considerato uno dei quattro o cinque
romanzi fondamentali della science-fiction mondiale: la sua pubblicazione in una collana
letteraria ha un’importanza particolare, poiché dimostra che la science-fiction, quando è
veramente valida, viene accettata, senza difficoltà, a parità di diritti con la letteratura
nobile. D’altra parte, la science-fiction sta attraversando attualmente, in Italia, un
periodo di particolare fortuna. Il venticinque gennaio scorso, in una brillante inchiesta
radiofonica di Emilio Pozzi, personalità della cultura italiana come Piovene e Strelher hanno
dichiarato la propria fiducia nella science-fiction come in una nuova e valida formula
letteraria. E la televisione sta preparando a sua volta un’inchiesta sullo stesso argomento,
affidata ad Enzo Tortora, uno dei più popolari presentatori italiani. - Il 1963 si annuncia,
quindi, come un anno d’oro per la science-fiction. Naturalmente, anche la Casa Editrice La
Tribuna sta preparando alcune sorprese di lusso: un po’ di pazienza, per favore, e
Tellini