| Addio, Babilonia |
| Se oggi l’ipotesi di una guerra nucleare – e finale – fra Est e Ovest è ormai diventata |
| parte integrante e indolore del nostro bagaglio esistenziale, quasi un’alienazione |
| stemperata dalla lunga convivenza e dall’abitudine, non si può dire altrettanto per il |
| periodo intorno alla fine degli anni ’50, quando la minaccia del fungo atomico sembrava |
| l’imminente conclusione di una logorante guerra fredda. Partendo da una simile |
| prospettiva, questo romanzo di Pat Frank elabora l’agghiacciante ritratto di un frammento |
| di provincia americana alle prese con gli orrori di un dopobomba, orrori che consentono |
| all’autore una critica spesso impietosa di uno spaccato ideale del ceto medio del suo |
| paese. A differenza di molte opere simili, infatti, “Addio, Babilonia” aggredisce con |
| coraggio questa difficile indagine sotto un profilo precipuamente sociale e politico, |
| connotando con tocchi sapienti un piccolo |
| affresco di umanità capace di imprimersi indelebilmente nella mente dei lettori, e di |
| rammentare loro che certe catastrofi sono sempre in agguato… anche se le armi finali |
| mutano forma e nome. |
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| Pat Frank (alias Harry Hart) è nato in Florida nel 1907. |
| Giornalista e scrittore, ha lavorato per diversi anni in uffici governativi americani, a |
| Istanbul e al seguito della forza ONU in Corea. Autore di numerosi servizi |
| giornalistici, racconti e romanzi, è già noto in Italia per la pubblicazione del precedente |
| romanzo “Mister Adamo” (1946), graffiante satira fantascientifica di |
| una Terra resa sterile dall’uso poco prudente dell’energia atomica. |
| Fabriani |