L'ultimo rifugio
Questo racconto di Jimmy Guieu non è puro frutto di fantasia, ma entra nel vivo della
realtà possibile in un prossimo futuro. Per costruire il suo romanzo, l'autore si basa su
cause già in atto nel nostro mondo, su effetti già in parte sensibili, anche se queste
cause e questi effetti sono negati o non accettati o non avvertiti dalla maggioranza degli
esseri umani. A farne fede c'è una lettera, scritta a Jimmy Guìeu dal notissimo scienziato
atomico Charles-Noél Martin. Questa lettera, importante e terribile documento, il
romanziere ha voluto metterla come prefazione alla sua opera. In essa l'eminente
scienziato d'oltralpe afferma che dall'esplosione della bomba di Hiroshima ad oggi sono
state fatte esplodere nel mondo l'equivalente in potenza distruttiva di circa seimila bombe
dello stesso tipo. Quali sono e potranno esserne le conseguenze? Jimmy Guieu le espone
e le dimostra con questo romanzo dove "nulla è inesatto sul piano scientifico, e tutto è
perfettamente plausibìle" come Charles-Noél Martin afferma con piena conoscenza di
causa. E le espone sotto una forma viva, interessante, avvincente ed efficace. Questo è
il mezzo migliore per una propaganda, apparentemente pessimistica, ma che lavora per
raggiungere, attraverso la paura, il sogno dell'uomo della strada: un progresso e una
civiltà che non portino morte e desolazione, ma benessere e pace.
Tellini