L'invasione della Galassia
A. Merritt scrisse una lettera d’appassionato alla rivista che per prima pubblicò a puntate
questo romanzo: “Outside the Universe, di Hamilton, è realmente una storia straordinaria,
scritta e presentata da un artista di prima categoria”. Merritt, a quei tempi il Grande
Maestro della fantasia — erano gli anni venti, proprio all’alba della fantascienza americana
— scrisse molti altri elogi direttamente all’autore, ed espresse la speranza che il libro,
venisse pubblicato in unico volume, prima o poi. Ci volle molto tempo prima che questa
speranza si avverasse, ma eccolo qui, il libro richiesto da Merritt, e il romanzo narrava la
storia di un’avventura interstellare, su di una scala che spaventerebbe narratori
programmati di oggi, così timorosi di abbandonarsi alla propria fantasia, questo romanzo è
ora tra le vostre mani. È un grandioso romanzo del remoto futuro, un romanzo che narra la
storia di una specie di Corpo di Sicurezza dell’O.N.U. che opera però su scala
intergalattica, un Corpo di Sicurezza i cui componenti sono esseri provenienti da stelle
diverse, alleati per mantenere la pace e proteggere i Soli Federati dalle incursioni di
conquistatori giunti dagli spazi esterni. È pura avventura, da leggere come pura
avventura. Qui si parla di stelle in conflitto, di galassie in lotta; qui si vede una
superscienza in azione… una superscienza che dà per scontato che noi ci troveremo a
casa nostra nell’universo come ci troviamo oggi sulla superficie del nostro piccolo,
presuntuoso pianeta. E con il trascorrere di alcune migliaia di anni, perché le cose non
dovrebbero essere così? Edmond Hamilton non si è certo fermato a spiegarci come
funzionino le sue astronavi, come operino le loro difese, come esse affrontino i problemi
dello spazio-tempo, degli anni-luce dell’ecologia astronautica... e non aveva, allora,
bisogno di farlo. Chi dubita che, con tanto tempo a disposizione, la scienza (se continua
al presente ritmo di progresso) non riesca davvero a risolvere tutti questi enigmi? Lo
scopo del romanzo non era un’esposizione di tecnologia avanzata; era soltanto il
divertimento, il divertimento di narrare e di ascoltare una narrazione, il piacere di viaggiare
in un universo brulicante di stelle, di scoprire un brivido nuovo a ogni pagina, di suscitare
il sense of wonder del lettore..., ecco tutto. Niente di meno, niente di più. E, diciamolo,
cosa si può pretendere di più da un autentico classico della prima epoca della
Tellini