Anonima stregoni
Secondo molti, Robert A. Heinlein è il maggiore autore vivente di science fiction: è una
definizione molto impegnativa e categorica, e non tutti sono disposti a sottoscriverla,
anche se viene formulata da autentici competenti in materia fantascientifica. Ma in ogni
caso, anche coloro che non sono affatto fanatici di Heinlein devono riconoscere che si
tratta di un autore famoso, dotato di una personalità spiccata e singolare, celebrato
soprattutto per i suoi grandi affreschi movimentati, epici o drammatici, molti dei quali
veramente straordinari. Questo non impedisce tuttavia a Heinlein di scrivere romanzi e
racconti “leggeri” veramente deliziosi, come The unpleasant profession of Jonathan Hoag,
And he built a crooked house e questo Magic Inc.: eleganti e ironici, ribollenti di trovate
spiritose, di sorridente cattiveria e di divertita sornioneria, meno imponenti e
impressionanti dei suoi romanzi più ambiziosi, ma non certo meno apprezzati. Magic. Inc.,
che fu pubblicato nel 1952 in un volume che comprendeva anche Waldo (già apparso
tempo fa su Galassia), non è in realtà un romanzo di science fiction, anche se non c’è da
dubitare che molti critici superficiali lo classificherebbero tranquillamente come ta le Ma
negli Stati Uniti la narrativa fantastica viene distinta da quella fantascientifica: e infatti,
Magic Inc., nell’edizione originale, porta come sottotitolo A fantasy-fiction novel. Le
ragioni che mi hanno indotto a scegliere questo romanzo per Galassia sono molte, anche
non tenendo minimamente conto di una giustificazione di comodo piuttosto facile: e cioè
che in Italia si sono pubblicati come science fiction, e tuttora si pubblicano, romanzi che
appartengono invece al genere orripilante, fantastico. gotico, quando non vampiresco. In
primo luogo, persino nella collana dell’SFBC si è accolta la produzione puramente
fantastica di Bradbury, che con la science fiction ha senza dubbio molto meno a che fare,
in linea generale, di Bob Heinlein: si è pubblicato Bradbury in una collana genericamente
dedicata alla science fiction, precisando tuttavia che in quel caso si trattava per lo più di
racconti puramente fantastici. Quindi, fare su Galassia un’eccezione per un autore che —
comunque lo si giudichi — figura pur sempre tra i più apprezzati patriarchi della “hard”
science fiction (o science fietion pura), non può provocare la meraviglia di nessuno.
Inoltre, Magic Inc. appartiene a quel filone che tratta i temi sovrannaturali con irriverente
e spigliata ironia, a partire ‘da Accountant e Protection di Sheckley fino a The last trump
e Kid stuff di Asimov e Will you wait? di Bester: invece ‘di prendere sul serio streghe e
stregoni e manifestazioni ultraterrene (ergo, invece di correre il rischio di naufragare nel
ridicolo che attende quasi ogni tema del genere, se non è svolto in modo perfetto) questa
variante della narrativa di fantasia è imperniata su un sorridente deviazionismo, che
attribuisce al mondo fatato o infernali leggi e debolezze tipiche dell’umanità reale e che
consegue molto spesso risultati piacevoli e curiosi. Ultima, ma fondamentale ragione, è
questa: Magic Inc. è un romanzo spassoso e acuto. L’idea su cui Heinlein lo ha ricamato è
degna della sua inesauribile inventiva. Nella America contemporanea, egli immagina, tutti
si servono più o meno apertamente di varie forme di magie per scopi pratici, commerciali. I
costruttori edili, incaricati di costruire tribune per una parata, fanno eseguire i lavori da
stregoni che edificano strutture destinate a dileguarsi dopo l’uso, per risparmiare le spese
di demolizione; i petrolieri cercano di abbindolare gli gnomi per convincerli a fare per loro
conto ricerche sulle falde petrolifere; gli industriali dell’abbigliamento si fanno confezionare
in serie i modelli della stagione usando come materia prima l’ectoplasma; i produttori di
generi alimentari lanciano dolciumi che appena inghiottiti svaniscono, con grande
vantaggio della linea dei clienti ghiottoni. Un gruppo di misteriosi maghi comincia però a
intimidire gli onesti commercianti con sistemi lanciati dai gangster alla epoca del
proibizionismo: l’Anonima Stregoni, ricalcata sul celebre modello dell’Anonima Omicidi,
cerca di stabilire un solido monopolio su ogni attività magica, grazie a raffinati trucchi
legali che le consentono di far varare con un sotterfugio un progetto di legge inteso a
sancire ufficialmente la sua egemonia. Su questa trovata, Heinlein si è sbizzarrito a
folleggiare in lungo e in largo, fra fiutastreghe laureati in antropologia che si consultano
con l’onniveggente testa del nonno stregone, agenti dell’FBI che circolano travestiti da
diavoli per cogliere Satana in fragrante violazione ‘delle leggi antimonopolio, salamandre
vanitose che si lasciano corrompere da sperticati elogi alle loro qualità di danzatrici,
parlamentari che propugnano leggi contro la stregoneria per compiacere alcuni dei loro
grandi elettori consolandosi al pensiero che poi ci penserà la commissione senatoriale a
insabbiarle: il tutto coronato da una ‘discesa agli inferi assolutamente esemplare, con
tanto di Satana in trono circondato da uno stato maggiore, in cui non mancano generali e
feldmarescialli. Se si prende ostinatamente sul serio l’Heinlein commerciale e
drammaticissimo de Il terrore dalla sesta luna, La sesta colonna e Fanteria dello spazio,
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