La nascita degli dei
Questo romanzo d'Urania ha vinto il «Gran Prix du Roman d'Anticipatíon Scientifique » di
Parigi; e possiamo dire, con fondate ragioni, che può annoverarsi fra quelli che saranno i
classici di domani della Fantascienza. È un'opera che si può chiamare, senza esagerazioni,
wagneriana per la grandiosità della concezione, per le verità essenziali che contiene sotto la
rilucente fantasia dei miti, e per l'epico stile. Tre uomini sfuggono (salendo su un'astronave
che viene chiamata Maledetta perché pare inghiottire e disintegrare coloro che si azzardano
a volerla pilotare) a un terribile cataclisma che distrugge la Terra, ormai popolata da uomini
all'apogeo della civiltà tecnica e scientifica: uno scienziato - Sabelius, il Tecnocrate; un
astronauta - Morgan, l'Eroe; un ribelle - Goetz, il Poeta. I tre si risvegliano su un pianeta che
somiglia stranamente alla Terra, ma a una Terra nel quinto giorno della sua creazioone. I cieli
sono divisi dalle terre, le terre dai mari ed esistono già le piante; ma non ancora animali e
uomini, e sulla sua superficie grava una nebbia vischiosa, una nebbia-matríce, Goetz, il
Poeta-mostro, è il primo ad accorgersi che su quel bizzarro pianeta « il Verbo può creare ». E
ognuno dei tre crea «a propria immagine e somiglianza ». Cosí nascono, dal Grande B, la
nebbía-matrice, i felini, gli erbivori, gli omidi e, purtroppo anche i mostri. Cosí nasce Star
Veneta - Venere; cosí nasce Dona Veneta - Diana, Artemide. E con loro l'eterna lotta fra il
Bene e il Male. I miti dell'Ellade rivivono in questo romanzo, e risvegliano in chi lo legge i sogni
dell'infanzia e dell'adolescenza, il senso del meraviglioso che gli adulti reprimono e
nascondono nel piú profondo di se stessi, per pudore e forse anche per timore: e l'eterna
verità di tutti i tempi, passati, presenti e futuri, parla al cuore e alla mente, attraverso
queste pagine.
Tellini