L'imperatore-dio di Dune
Ritorna, con L’Imperatore-Dio di Dune, il ciclo più importante della fantascienza moderna, quel
ciclo che, con i precedenti romanzi: Dune, Messia di Dune, I Figli di Dune ha ottenuto in
tutto il mondo un successo di pubblico e critica mai raggiunto in precedenza da un’opera di
fantascienza.
In L’imperatore-Dio di Dune l’azione si sposta nel lontano futuro. Duemila anni sono passati da
quando Paul Muad’Dib, il Messia di Dune, ha portato il pianeta ai vertici dell’impero galattico.
Il pianeta Arrakis, da cui Leto Atreides II, dio-imperatore e figlio immortale di Paul Muad’Dib,
governa l’universo, non ha più molti punti di contatto con il mondo desertico dei Fremen del
“profeta di Dune”. Quello che un tempo era un intero, desolato deserto è ora un pianeta
fertile e rigoglioso, e i vermi delle sabbie, produttori della favolosa spezia del melange, non
girovagano più liberi nelle distese sabbiose. E mentre cambia il pianeta, in accordo ai piani del
grande pianetologo Liet-Kynes, che organizzò la trasformazione ecologica di Arrakis, anche
Leto, unico dominatore della Galassia e unico controllore del traffico del ricercatissimo
melange, cambia a poco a poco: mentre intorno a lui fervono i complotti dei Fremen ribelli e
delle potenze che vorrebbero impadronirsi della preziosissima droga, il suo corpo continua la
trasformazione iniziata duemila anni prima, quando egli accettò la “pelle terribile” delle trote
della sabbia, quella pelle che, se da una parte gli ha concesso enormi poteri e la virtuale
immortalità, dall’altra ha preteso in cambio l’ineluttabile rinuncia alla forma umana.
Viviani