Struttura anomala
Cari amici, eccovi i primi risultati del saccheggio sistematico perpetrato dalla sottoscritta
ai danni delle più famose collezioni di stories di Isaac Asimov: Profession e The dead past.
Si tratta di due tra i più famosi esempi di science-fiction fredda, la più attuale della
produzione americana. Tutti sapete, infatti, che Isaac Asimov è stato uno dei protagonisti
della piccola rivoluzione operatasi, fin dal 1940, nella struttura tematica della
science-fiction. Fu allora, infatti, che alle trame avventurose, tese esclusivamente verso
risultati ad effetto e verso il colpo di scena, si sostituì una concezione più matura, che
doveva portare in breve la science-flction ad affermarsi come una forma valida di
letteratura. Al pressapochismo scientifico, aggravato — anziché compensato — da
esagerate fantasie (e ripreso oggi soltanto da tardi epigoni), cominciò a sostituirsi una
maggiore ortodossia ed attendibilità tecnologica, un approfondimento psicologico, la
ricerca di un significato sociale, talvolta satirico, talvolta apologetico. Isaac Asimov portò
un contributo decisivo a questa svolta: e da allora fino al 1958 — quando, a soli trentotto
anni, rinunciò alla science-fiction per dedicarsi esclusivamente all’insegnamento ed alla
ricerca scientifica (è professore di biochimica all’Università di Boston) — è rimasto fedele a
questo particolare genere, alla cui creazione ha così validamente contribuito: e
Profession (1957) e The dead past (1956), sono appunto due significativi risultati della
convergenza tra la science-fiction tecnologica e la science-fiction sociale e psicologica,
le due forme più intelligenti ed evolute della fantascienza fredda. Capitolo previsioni: per i
mesi di novembre e dicembre sono in preparazione due romanzi egualmente interessanti: Il
mercenario di Dorsai, di Gordon R. Dickson, un autore poco noto in Italia ma
apprezzatissimo negli Stati Uniti, e La sesta colonna, di Robert A. Heinlein. Il primo di
questi due romanzi è stato definito «raccomandabile senza riserve», da Fred Pohl, in una
recensione su IF; mentre il secondo è stato, a suo tempo, uno dei primi grandi successi
del più illustre esponente della science-fiction di evasione. Vi segnalo un’intelligente
iniziativa d’una rivista culturale, la prima in Italia che si occupi dei problemi dello
spettacolo da un punto di vista sociologico: Cinema domani, che potrete trovare nelle
librerie. Il direttore, il noto critico letterario e cinematografico Franco Valobra, ha
sottoposto un denso questionario ad alcuni tra i più famosi registi europei (tanto per
citare qualche nome: Antonioni, Petri, Truffaut e Jean Luc Godard), sui rapporti tra il
cinema e la science-fiction, soprattutto la science-fiction sociologica. Ormai la narrativa
fantascientifica, nelle sue forme più elevate, è entrata a far parte, anche in Europa, del
patrimonio culturale più autentico: e l’inchiesta di Cinema domani ha il grande merito di
Tellini