A come Andromeda
Questo libro è nato in maniera abbastanza curiosa e insolita, e val la pena di raccontarne
la storia. Qualche anno fa la BBC, in Inghilterra, ebbe l’idea di mettere in programma un
teleromanzo di fantascienza a puntate, sicura che sarebbe stato gradito ai telespettatori.
Andarono perciò a trovare Fred Hoyle, uno dei massimi astrofisici e matematici dell’
Inghilterra e del mondo, già noto per aver scritto uno dei capolavori assoluti della
fantascienza (e cioè quella Nuvola nera che anche Feltrinelli ha pubblicato con tanto
successo qualche anno fa) e gli proposero di scrivere un soggetto originale per la
televisione. In quel periodo Fred Hoyle stava lavorando a stabilire il programma di lavoro
per un grande cervello elettronico destinato a calcolare l’età delle stelle. Il problema,
come si sa, è il seguente: partendo dalla scoperta che il nostro Universo è in continua
espansione e che, secondo la legge di Hubble, la velocità di allontanamento delle galassie
è proporzionale alla loro distanza dal nostro pianeta, ci si chiede da quanto tempo duri
tale espansione, ovvero in quale remoto istante del passato abbia avuto inizio l’esistenza
dell’Universo come un denso nucleo di materia. Fino al 1940 il computo dell’età
dell’Universo dava un totale di due miliardi di anni, in contrasto però con le rilevazioni dei
geologi, che, grazie alla radioattività, erano già arrivati ad attribuire alla Terra un’età di
almeno quattro miliardi di anni. Nel 1952 si ebbe, adoperando diversi criteri di calcolo, un
risultato nuovo: cinque o sei miliardi di anni. Ma fu Fred Hoyle che, analizzando la
probabile composizione delle stelle di Popolazione I e Popolazione II, arrivò a calcolare che
alcune stelle debbono avere tra i 10 e i 15 miliardi di anni (più tardi l’astronomo Sandage
è arrivato a calcolare, per un certo ammasso stellare, l’età di 24 miliardi di anni). L’intenso
lavoro che stava facendo con il cervello elettronico e la sua lunga esperienza di
matematico suggerirono ad Hoyle la fantastica idea di un gigantesco calcolatore costruito
in base ad istruzioni giunte direttamente da una stella della costellazione di Andromeda,
lontana da noi duecento anni-luce. Evidentemente, nell’immensità dello spazio c’è
qualcuno che sta cercando di comunicare con noi: perché? Ma la cosa più straordinaria è
che una volta costruito il gigantesco calcolatore, questo fornisce i dati necessari per
creare addirittura un essere vivente. E quest’essere vivente, per una raffinata astuzia
degli extraterrestri, è anche una bella donna. Alla BBC l’idea di Hoyle piacque: e per poter
realizzare l’impresa gli affiancarono uno dei migliori scripwriter che avevano. John Elliot,
infatti, che ha solo tre anni meno del cinquantenne Fred Hoyle, nel 1954 aveva scritto e
prodotto una delle serie più applaudite, Guerra nell’aria (la si è vista anche in Italia), e
vinto un premio speciale. Lo scienziato e il commediografo si misero ai lavoro con gran
zelo ed entusiasmo: il risultato fu così lusinghiero che un editore inglese chiese subito ai
due di riscrivere la storia in forma di romanzo. Anche il libro ebbe un enorme successo, sia
in Inghilterra che negli Stati Uniti: e Fred Hoyle e John EIliot ne hanno anche scritto il
seguito, che Feltrinelli pubblicherà fra breve e si intitolerà L’insidia di Andromeda.
Tellini