Sangue innocente
Thriller della miglior marca inglese, Sangue innocente esprime in misura eccezionale la
capacità d'intreccio e di indagine psicologica dell'autrice.
Un impiegato timido che si interessa di bambine (come il memorabile Lewis Carroll, padre di
Alice), due assassini che camminano a Londra verso la foresta di Epping, sbandati come
Hansel e Gretel, un giocatore di scacchi che organizza una vendetta come una partita di
torneo, una diciottenne (aspirante scrittrice) che indaga l'amnesia del proprio e altrui
passato per colmare la sua mancanza di identità, un sociologo che coltiva un ossessivo (e
incestuoso?) sogno di paternità...
Ecco i protagonisti di Sangue innocente, 'morti viventi' traghettati da autobus, taxi, treni
e metro, tra un girone e l'altro di un inferno urbano dove i luoghi di pena si chiamano
'casa', 'famiglia', 'tranquillità', 'decoro'.
In questo inferno c'è un grande viavai di genitori (adottivi o naturali, affettuosi o
iperprotettivi, angoscianti o angosciati) e di figli (abbandonati o catturati, vezzeggiati o
violentati, impauriti o vendicativi) ai quali risulta impossibile esprimersi attraverso l'amore.

L'autrice scrive la loro odissea, in una trascinante catena di misteri e decifrazioni, con un
gran crescendo drammatico (e scenicamente melodrammatico), con la singolare capacità
Cottogni