Il satellite stregato
Com’era fatale, il duo Laurence M. Janifer - S. J. Treibich colpisce ancora. Avevamo
lasciato Angelo Di Stefano, ufficiale dell’Intelligence Service (sezione spaziale) di ritorno
sulla Terra in compagnia del più straordinario e folle equipaggio, dopo l’esplosione della
Stazione Orbitale Uno, e lo ritroviamo, con gli stessi compagni, più altri personaggi ancora
più folli, impegnato in una nuova sconvolgente impresa, sulla Stazione Orbitale Due. Già il
nome del protagonista, oriundo italiano, rivela il carattere del libro, una successione di
avventure stravaganti (“ Capitano tutte a me! “) in un mondo sconvolto da cataclismi
planetari, e pieno di robot e di strumenti elettronici impazziti, in cui l’arte di arrangiarsi
così tipicamente mediterranea risolve le situazioni più intricate, mescolando una
rassegnata filosofia quotidiana con spunti del più puro eroismo, regolarmente
misconosciuto. La fantasia paradossale del duo Janifer-Treibich, dosando abilmente una
ferrea logica ad umori grotteschi, riesce a fondere insieme le stregonerie centro-africane
e gli esorcismi voodoo con gli aspetti più peculiari della moderna civiltà delle macchine,
portando un medico-stregone a compiere le sue danze rituali, rivestito di piume, fuochi
d’artificio, circuiti elettronici, pelli d’animale e ruote dentate, tra i più delicati meccanismi,
sconvolgendone il funzionamento con la forza del sortilegio. Se a ciò si aggiunge
un’invasione dallo spazio, l’ossessione d’una burocrazia di generali e comandanti sordi a
qualsiasi cataclisma che non figuri nel regolamento, due equipaggi negri chiusi in uno
spazio che ne contiene a stento uno, in compagnia di un fanatico razzista e di un’esperta
in ecologia che è anche una pin-up sospettosa d’insidie, abbiamo più o meno illustrato
questo “ Satellite stregato “, un romanzo svelto, ad alta tensione, estremamente attuale
anche attraverso i suoi specchi deformanti. Che sia il caso di salutare definitivamente
Angelo Di Stefano e i suoi compagni? Sembra proprio di no: il discorso, alla fine di questa
seconda avventura, è tutt’altro che chiuso, e anzi, rivela prospettive più che mai
Tellini