I robot non hanno la coda
Signore e signori, abbiamo il piacere di presentarvi una delle coppie più straordinarie della
fantascienza mondiale. Mr. Gallegher, di professione supergenio (quando è ubriaco, però),
ed il suo fidato (diciamo così per dire), robot Joe. Mai sentito nominare? Fra poco
imparerete a conoscerli, e capirete perchè Henry Kuttner, il loro ideatore (un ingegnere
scomparso qualche anno fa), sia considerato, sotto un certo aspetto, il maestro di Robert
Sheckley ed abbia goduto della stima di uno scrittore-scienziato del valore di Isaac
Asimov, Kuttner, fino ad oggi, era pochissimo noto in Italia: si sa che si era dedicato alla
fantascienza dopo aver sposato la famosissima Catherine Mc Lean; di lui si conosce
qualche romanzo, sotto il suo vero nome o sotto lo pseudonimo di Lewis Padgett, oltre al
terribile racconto Il trionfo del cacciatore, scritto con la collaborazione della moglie. Dopo
aver letto I robot non hanno lo coda, però, siamo sicuri che io considererete un vecchio
amico ed un autore di importanza capitale. Il suo Joe può considerarsi il progenitore dei
famosi automi di Surnak; Gallegher anticipa il famoso duo Arnold-Gregor della serie
sheckleyana di A.A.Asso: sempre invischiato nei guai, sempre alle prese con una
situazione impossibile, dalla quale non riesce ad uscire se non per precipitare in un’altra
ancora peggiore. Non vi diciamo di più sulle avventure di Gailegher e di Joe, in primo luogo
perchè sarebbe impossibile districare l’arruffatissima matassa senza scoprire il sottile e
perfido gioco della trama; poi perchè preferiamo che siate voi, cari lettori, a scoprire per
conto vostro questo inaspettato, incredibile Kuttner. Ad ogni modo, quando sarete arrivati
— probabilmente senza fiato — alla parola fine, ricordatevi che i guai di Gallegher non
sono finiti. In giugno vedrete in quali altri pasticci andrà a cacciarsi il Nostro, con
l’entusiastica collaborazione di Joe, cui verranno di rinforzo, questa volta, tre straordinari
conigli marziani, il Nonno arrivato fresco dal Maine, una dinamo con gli occhi azzurri e
perfino un armadio temporale! Tra I robot non hanno la coda e Mr. Gallegher, supergenio,
poi, ossia nel mese di maggio, preparatevi a leggere — tanto per gradire — un romanzo di
Clifford D. Simak (avete letto bene, proprio Simak!): All’ombra di Tycho. Un romanzo
recentissimo, uscito in America alla fine del ‘61: c’è stato giusto il tempo, per noi che
eravamo in agguato, di catturalo e di tradurvelo. E non è il caso di stare a spiegare
proprio a voi chi sia Simak, non è vero? Nel frattempo, cari amici, ricordatevi che la
gemella Galaxy ha cominciato a pubblicare, ogni mese, un racconto di Sheckley;
avvenimento, questo, sul quale non crediamo sia necessario profondere aggettivi, dal
momento che i lettori usano invocare racconti di Sheckley con lo stesso tono con cui un
esploratore sperduto nel Sahara invocherebbe un sorso d’acqua. Ed a questo punto, con il
vostro permesso, vi lasciamo alla lettura ed andiamo a pavoneggiarci almeno quanto Joe.
Tellini