Il nostro uomo per Ganimede
Un autore inglese finora del tutto sconosciuto in Italia ci fornisce una delle migliori opere
spaziali moderne, in bilico fra il rispetto dei canoni piu classici della fantascienza e
l’approccio ad una particolare vena di sperimentalismo; Gynimede, il terzo satellite di
Giove, è abitato da secoli da una colonia di terrestri che ha sempre più rarefatto ogni
contatto con la madrepatria. I coloni hanno avuto dapprima la vita dura, a contatto con
le difficoltà apparentemente insormontabili di un ambiente così ostile, ma ora le radici della
loro società affondano profondamente nell’ ingrato suolo del satellite. E quando i terrestri
fanno la loro ricomparsa all’orizzonte, animati da intenti che difficilmente si potrebbero
definire pacifici, i coloni si rivelano ben decisi a non lasciarsi strappare ciò che con lunghe
fatiche sono riusciti a conquistarsi. Il loro numero è irrisorio al confronto degli attaccanti,
eppure l’invasione viene respinta, e un agente ganimediano riesce ad arrivare in incognito
sulla Terra. Come è possibile? E che cosa rende i ganimediani diversi dai terrestri?
Tellini