Il pianeta dei matti
Per i ragazzi, è uno scatenato divertimento fantascientifico, pieno di trovate a ritmo
pirotecnico. È la tragicomica epopea del povero pianeta Terra che perde un venerdì a
causa della super-intelligenza dei suoi abitanti. Quasi più nulla manca alla sua perfezione:
città incapsulate di plastica, ultravelocità, manicaretti al petrolio, astrogenerali,
elettrogatti e soprattutto robot: per insegnare, per lucidare le scarpe, per governare, per
costruire che cosa? Altri robot.
Scienza e tecnica risolvono ogni problema: l'eccesso di automobili paralizza le città? Una
gettata di cemento sui veicoli bloccati, un piano di sopralzo alle case, e tutto è pronto
per un altro anno di felice sovrapproduzione.
E chi si meraviglia se poi l'uomo si troverà munito di ruote invece che delle gambe
storicamente superate? Servirà a qualcosa la rivolta solitaria del bambino che contesta il
professore elettronico con la fionda e le palline di carta?
Per gli adulti, c'è da meditare su queste pagine colorate che parlano di un mondo
costruito sulle premesse della nostra realtà, giacché siamo noi a fabbricare gli schiavi
elettronici che ci faranno schiavi.
L'apologo finto ingenuo di Ermanno Libenzi, fra il beneducato e lo sgomento, ci fa sorridere
con le sue invenzioni cordiali e capricciose, con un umorismo personalissimo, e ci mette in
guardia per il futuro, facendoci pensare che non sarebbe poi tanto divertente se
succedesse davvero.
Cottogni