| L'avventura londinese o l'arte del vagabondaggio |
| Un romanzo-saggio che si snoda lungo percorsi spaziali e temporali nella periferia londinese |
| e a ritroso nel tempo, dagli anni Venti alla fine dell'Ottocento. I diversi piani narrativi |
| convergono in lunghe digressioni che coinvolgono varie discipline, dall'architettura alla |
| teologia, dalla critica letteraria alla storia ecclesiastica, che affrontano un tema |
| particolarmente affa-scinante: Ğla scienza della grande città: la fisiologia di Londra; dal |
| punto di vista letterario e metafisico, la materia più grandiosa che mente umana possa |
| concepireğ. |
| L'avventura londinese o l'arte del vagabondaggio propone dunque lo studio di una |
| disciplina inconsueta, che utilizzando il wandering come vettore direzionale esplora la |
| grande città alla ricerca delle antiche radici, affidandosi esclusivamente alle possibili |
| con-fluenze dei tanti itinerari che incidono profondamente il tessuto metropolitano |
| londinese. E così, se in senso spaziale Machen ci conduce lungo percorsi che si snodano |
| attraverso luoghi periferici o apparentemente secondari o legati a vicende e personaggi |
| della letteratura, in senso temporale il wandering scavalca il suo presente. |
| E d'altra parte le digressioni che animano questo Ğmagistrale lavoro su Londrağ |
| rappresentano anche il mezzo col quale Machen può illustrare quella convinzione mistica, |
| abbracciata fin dall'infanzia, secondo la quale il mondo non è come sembra, e che dietro |
| gli eventi quotidiani e gli oggetti comuni vi sia un segreto che è la chiave del grande |
| enigma dell'esistenza dell'uomo. |
| Machen è l'artista del prodigioso, il creatore di qualcosa al di là della vita e al di fuori del |
| tempo, un discepolo in ritardo dell'antico Cristianesimo, che vede il mondo fisico come il |
| rivestimento esteriore di un ardente nucleo interiore, che un giorno, forse, verrà rivelato. |
| Machen fornisce, come si può leggere in un recente studio sulla letteratura gotica, un |
| epilogo al decadentismo inglese in cui la bellezza e la morte sono rappresentate come |
| inestricabilmente fuse alla radice del momento di passione. |
| Bonazzi |