Gente di domani
Cari amici, ecco il numero natalizio di Galassia: Gente di domani di Judith Merril. Anche la
cattura di questo romanzo è stata piuttosto movimentata: tanto per cominciare, il testo
originale non l’ho avuto per i regolamentari canali di agenzia, l’ho pescato su di una
bancarella; e subito ho cominciato la ricerca di un agente che fosse autorizzato a
trattarne i diritti. Non è stato molto semplice: un autore può essere rappresentato anche
da cinque agenti, a seconda degli editori presso i quali è stato pubblicato il testo. Un paio
di volte mi sono trovata in fondo a un vicolo cieco, poi finalmente ho avuto fortuna: ed
ecco qui The tomorrow people. Judith Merril ha purtroppo la pessima abitudine di scrivere
pochissimo. Dopo il buon Shadows on Earth (Orrore su Manhattan), ha aspettato anni
prima di decidersi a scrivere Gente di domani e un romanzo di Judith Merril è una rarità da
non lasciarsi sfuggire. Questo romanzo, lo vedrete da voi, è insolito e diverso. Come
pochissimi altri scrittori (Walter Miller jr., il cui capolavoro è già sotto contratto per lo
SFBC, Kurt Vonnegut jr., il cui miglior romanzo, Cat’s cradle, sta per essere pubblicato in
una collana letteraria da un famoso editore italiano, Rizzoli), Judith Merril ha il dono di
saper trovare un perfetto compromesso fra la science-fiction e la narrativa tradizionale
del filone nobile, senza far torto all’uno o all’altro dei due generi; cosa che capita di
frequente, invece, quando ci si ostina a fare della letteratura (spesso cattiva
letteratura), su basi fantascientifiche a scapito della fantascienza, usata come pretesto
di comodo. Gente di domani è un romanzo di fantascienza valido e ortodosso, ma la
vicenda è trattata secondo il metodo del romanzo psicologico. Come osserva Fred Pohl,
«a Judith Merril non interessano tanto le vicende vissute dai suoi protagonisti, quanto i
pensieri e le reazioni che tali vicende determinano in loro». L’argomento fondamentale del
romanzo è nuovo e insolito: la storia della danzatrice Lisa Trovi, che rinuncia alla propria
carriera per stare accanto all’eroe spaziale ridotto a un rottame d’uomo, a un alcolizzato
senza volontà dalla tremenda esperienza del primo volo su Marte e dalla inspiegabile
scomparsa del suo compagno, della cui fine si sente responsabile, si svolge su uno sfondo
di intrighi politici, di corruzione e di ipocrisie che ha molti punti di contatto con l’atmosfera
di alcuni famosi romanzi avveniristici, per esempio quel Sette giorni a maggio di Knebel e
Bailey, pubblicato recentemente da Bompiani. Il romanzo, come vedete, è molto lungo: ma
non era il caso di rovinarlo condensandolo a forza di mutilazioni nelle consuete
centossessanta pagine di Galassia: anche usando un carattere più piccolo, come è stato
fatto per Il robot minorenne, non sarebbero bastate. Così, ecco un Galassia speciale per
un romanzo speciale, lasciato rispettosamente intatto. I piani per il 1964? In gennaio
uscirà L’ingegnere etico di un autore già noto ma nuovo per il pubblico di Galassia, Harry
Harrison, uno dei più forti e originali nuovi autori della science-fiction americana; Harry
comunque si considera mezzo europeo: dopo aver vissuto a lungo in Italia e in Inghilterra,
adesso abita in Danimarca. Poi Galassia presenterà romanzi di autori già notissimi e
romanzi di autori ancora non conosciuti in Italia. Vi sarà anche un romanzo d’un autore
tedesco che per tre volte ha vinto lo speciale Premio Hugo istituito per la Germania, da
Hugo Gernsback in persona (Hugo Gernsback, al cui nome è intitolate il massimo premio
fantascientifico mondiale, è il padre della science-fiction; ha fondato, nel 1926, la prima
rivista specializzata, Amazing stories). E a proposito di Premi Hugo: ricordate Terrestri e
no? L’avevo annunciato dicendo che i quattro romanzi erano dovuti, uno a un autore
notissimo, Vance, e gli altri tre a tre autori Premio Hugo. Sono soddisfattissima di
rettificare. Dallo scorso ottobre, anche Jack Vance è Premio Hugo. La Convenzione della
Science-Fiction, tenutasi a Washington, gli ha attribuito il premio per il miglior romanzo
breve dell’annata. E sapete qual è il romanzo che gli ha fatto vincere l’Hugo?
Precisamente Uomini e draghi, E poiché siamo in argomento SFBC. c’è un’altra rettifica da
fare. Avevo annunciato che il secondo volume avrebbe contenuto un romanzo di Van
Vogt, L’impero dell’Atomo. Ebbene, cari amici, ho cambiato idea, e mi auguro che la novità
vi vada a genio: il secondo volume conterrà due romanzi di Van Vogt: non solo L’impero
dell’Atomo, ma anche Lo stregone di Linn, poiché nel frattempo ho recuperato anche
quest’ultimo romanzo che è il seguito del primo. Così, sia detto fra parentesi, i romanzi
inediti di Van Vogt di cui lo SFBC si è assicurato i diritti non sono più tre ma quattro. Il
ciclo di Clane Linn è probabilmente il lavoro più affascinante e più impegnativo di Van Vogt
il quale dichiara, nella sua prefazione all’edizione italiana, di essersi ispirato a due epoche
tra le più gloriose della nostra storia: all’Impero Romano e alla signoria dei Medici. Così, la
figura del vecchio Medron Linn di Linn è ispirata ad Augusto, e quella del mutante Clane
Linn, creatore d’una nuova epoca, a Lorenzo il Magnifico. Ma adesso, per favore, non
domandate a me (come moltissimi di voi fanno) come mai questi romanzi erano rimasti
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