I segreti di Vermillion Sands
Non ci sono astronavi nelle opere di J. G. Ballard: veri "palcoscenici del tempo", in esse si
mescolano incubo e dramma, sogno e fantasticheria, intensificati da paesaggi allucinati e
distorti, ed illuminati dalle emozioni esasperate degli attori. Vermilion Sands è la più tipica
di queste creazioni, gemma di un delicato mondo di fantasia remoto nel tempo, ma vicino
nei sentimenti di coloro che l'abitano. Circondata dalle sabbie rosse di un indistinto
deserto, Vermilion Sands è una specie di Eden Rock, di Acapulco post-atomica.
Paradiso estroso e surreale, in cui si mescolano passato e avvenire, progettato per
accontentare i capricci più esotici dei ricchi oziosi, languisce ora in malinconica rovina,
popolato da dimenticate regine dello schermo, da impresari senza risorse, da tutta la
fauna delusa e scontenta che gravitava intorno ad un mondo artistico e letterario travolto
da un'oscura catastrofe, dai singolari personaggi di una "bohème" del futuro, esponenti di
arti ancora da inventare. Rifugio di relitti dell'esistenza, che a loro volta vivono dei relitti
che un mare ignoto getta su una spiaggia indistinta, Vermilion Sands ospita ombre ed
ossessioni: un luogo in cui pigmenti sensibili realizzano ritratti alle loro padrone in una
grottesca parodia della vera pittura; in cui piante canore sono programmate per eseguire
arie operistiche; in cui macchine elettroniche hanno rimpiazzato i poeti; in cui case
psico-sensibili sono spinte al delitto dalle neurosi dei loro proprietari; in cui le briglie
dell'amore sono strette nelle mani di tenebrose sirene dagli occhi ingioiellati, figure
femminili onnipresenti e emblematiche. Kingsley Amis ha definito Ballard "una delle stelle
più fulgide nella narrativa del dopoguerra". Questo libro, che riunisce tutte le nove storie
del ciclo di Vermilion Sands, è forse la sua creazione migliore.
Oliva