Livello 7
Ecco un'opera validissima sotto tutti gli aspetti, dal contenuto altamente umano, che
raggiunge il culmine della tragedia attraverso una prosa semplice, calma, in taluni punti
addirittura scarna. Scarna di parole, di aggettivi, di quel periodare ad effetto cui spesso
ricorrono i narratori per avvincere il lettore. Ma non certo scarna di emozioni. Chi vuoi solo
leggere di astronavi, di mostri popolanti altri pianeti, di superuomini cui tutto è possibile,
non legga Livello 7, poiché non vi troverebbe niente di tutto ciò. Ma chi vuole un buon
romanzo di fantascienza nel senso più ampio della definizione, chi ama leggere pagine
dense di significato e unire al suo divertimento la possibilità di trattenere in sì qualcosa di
ciò che ha letto, non se lo lasci sfuggire, perché questo è proprio il romanzo che fa per
lui. Condensare il dramma di una razza attraverso il dramma di un uomo solo, isolato dagli
altri e per carattere e per educazione e per dovere, non era impresa facile. Pure Mordecai
Roshwald vi è riuscito in modo egregio. Il suo protagonista-autore, poiché Livello 7 è il
diario scritto da un uomo del futuro, che crede di non amare l'umanità, che è orgoglioso
del compito affidatogli, che è convinto (o vuol convincersi di esserlo?) di agire per il bene
della parte migliore della razza umana, non pensa, quando incomincia a scrivere, che il suo
potrebbe anche essere l'epitaffio da incidere su una tomba grande come il mondo.
Tellini