Star Wars. Episodio II. L'attacco dei cloni
Dai cieli solcati da eleganti astronavi dello sfavillante Coruscant ai giardini lussureggianti
del bucolico Naboo cresce il dissenso. La Repubblica si sta sgretolando, nonostante sia
sotto la guida del cancelliere supremo Palpatine, eletto dieci anni prima per salvare il
governo in crisi. I separatisti minacciano di scatenare una guerra e il Senato è
irrimediabilmente diviso, incapace di decidere se radunare un esercito per dare battaglia o
mantenere la fragilissima pace. È una situazione di stallo che, una volta sbloccata,
potrebbe far precipitare la galassia nel caos. Irrequieto e determinato, coraggioso fino alla
sconsideratezza, Anakin Skywalker ha raggiunto la maggiore età in un'epoca di grandi
sconvolgimenti. Il diciannovenne apprendista di Obi-Wan Kenobi è un enigma per il
Consiglio dei Jedi, e una preoccupazione per il suo Maestro. Il tempo non ha diminuito la
sua ambizione, né l'addestramento Jedi ha domato il suo carattere indipendente. Quando
un attentato alla vita della senatrice Padmé Amidala li riporta insieme per la prima volta
dopo dieci anni, è chiaro che il tempo non ha diminuito nemmeno i forti sentimenti che
Anakin nutre per lei. L'attentato ad Amidala poco prima di un voto decisivo spinge la
Repubblica ancora di più sull'orlo del disastro. I Maestri Yoda e Mace Windu avvertono una
forte interferenza. Il lato oscuro sta aumentando, annebbiando la capacità dei Jedi di
vedere il futuro. A loro insaputa, un debole brontolio sta crescendo nel rombo di migliaia di
soldati pronti a dar battaglia. Ma proprio quando la Repubblica vacilla intorno a loro,
Anakin e Padmé instaurano un legame così forte che tutto il resto comincia a perdere
importanza. Anakin smarrirà la strada e si abbandonerà a sentimenti che a un Jedi, che ha
giurato fedeltà solo all'Ordine, sono proibiti.
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