I giorni del silenzio
Quando il genere umano si sarà diffuso su tutti i mondi della Via Lattea, che ne sarà della
Terra? Il pianeta verrà abbandonato, dopo le spaventose guerre che per poco non
distrussero completamente l'umanità. Nelle sue distese agresti vivono ancora dei
superstiti, ritornati alla civiltà patriarcale degli antenati; e forse, nelle valli sperdute,
vagano ancora le antiche e terribili Macchine da Guerra, per metà meccaniche, per metà
umane. Ma un poco di Terra rimane sempre
nel cuore di tutti i terrestri, anche se le loro case sono ai quattro angoli della galassia; e
così è un punto d'onore e d'orgoglio poter essere sepolti nella polvere del pianeta madre.
E' un privilegio riservato solo ai più ricchi: ogni anno, da tutti gli angoli dell'Universo, si
lenziose astronavi conducono le spoglie dei ricchi defunti nel grande sepolcro bianco della
Terra. Ma un giorno, sul pianeta antico, giungono un uomo, un vecchio robot, e una
macchina prodigiosa. L'uomo
è un artista, che viene a ispirarsi sul mondo ancestrale per comporre un'opera d'arte
immortale, attraverso i sensi e la sintesi della sua macchina; il robot è anch'esso un figlio
della Terra, un robot libero che ricorda il tempo in cui quel mondo era ancora vivo e vitale,
un robot che ha vagabondato per millenni per tutto l'universo, nella speranza di ritornare
a quella che egli considera la sua casa. Ma la Terra è troppo antica. Su di essa, ormai, le
Macchine vogliono acquistare
un'anima, e le anime libere dei morti vogliono diventare macchine. Un visitatore di altri
mondi, un Viaggiatore giunto sulla Terra all'alba della civiltà, si aggira ancora per le silenti
pianure e tra le foreste lussureggianti... e l'unico rifugio per sfuggire al passato è il
Tempo, la cui chiave è una danza d'ombre...
Cottogni