| Dopo il lungo silenzio |
| Il pianeta Jubal è una delle tante colonie terrestri nell’universo. Qui l’uomo non ha trovato |
| nemici ostili da combattere, né forme di vita aliene da affrontare. Qui ha trovato però le |
| Presenze, immensi blocchi di ristallo disseminati per tutto il pianeta, apparentemente |
| indifferenti, che costituiscono un ostacolo allo sviluppo dei traffici commerciali del pianeta |
| e una minaccia per chi si avvicini troppo. Con loro non c’è possibilità di contatto se non |
| attraverso lo strumento della musica. Consentono il passaggio solo a chi conosca le note |
| giuste, quelle che faranno opportunamente vibrare la loro struttura cristallina. Ma |
| attenzione a non scatenare la loro violenza. Se accostate senza il dovuto rituale, le |
| Presenze possono reagire in modo molto aggressivo e trasformarsi in una spietata |
| macchina di morte. C’è chi afferma che siano vive e intelligenti, c’è chi dice che il canto |
| sia una forma di linguaggio, attraverso la quale è possibile mettersi in comunicazione con |
| loro. Quel che è certo, è che esse sono i veri signori del pianeta, e che l’uomo dovrà |
| impegnarsi a fondo per impadronirsi del loro segreto millenario. Un singolare romanzo di |
| un’autrice americana (del Colorado come Connie Willis) già nota per la sua grande abilità |
| descrittiva, e per la capacità di creare trame intriganti e fascinose al servizio di una prosa |
| molto evocativa. Una vera e propria “guest” in un pittoresco pianeta alieno, sulla scia |
| delle grandi saghe fantascientifiche, ma anche una brillante galleria di personaggi delineati |
| con umana partecipazione e grandeprofondità psicologica. |
| Vegetti |