| Metropolis |
| Mediatore tra la «mente che crea e le mani che costruiscono», Freder, unico e amato |
| figlio del Signore di Metropolis, è il «cuore» che sente e patisce per le sofferenze inflitte |
| dal padre agli abitanti della tecnologica Babele del futuro, asserviti alle macchine che |
| hanno rubato loro i corpi, i pensieri e le emozioni. Rifiutando la violenza di una rivoluzione |
| sociale, Freder, con l'aiuto di Maria, la «Vergine» e la «Madre», offre a un'umanità |
| annichilita dal lavoro e dalla fatica la possibilità di un riscatto che, nel recupero della |
| tradizione cristiana, ritrova l'originaria armonia perduta tra l'uomo e la Natura, tra |
| l'individuo e la società. |
| Pubblicato nel 1926, Metropolis, il romanzo di Thea von Harbou, sceneggiatrice di alcuni |
| tra i film più importanti del cinema tedesco degli anni Venti e Trenta, nasce come |
| rielaborazione del copione che la stessa autrice aveva preparato per l'omonimo film di Fritz |
| Lang. Pur nella sua na-turale prossimità al soggetto originale e al capolavoro del regista |
| viennese, il romanzo della von Harbou si presenta, tuttavia, come un'opera a sé stante, |
| caratterizzata da una scrittura vibrante e visionaria, fortemente simbolica e a tratti |
| favolistica, capace però di cogliere gli aspetti più dirompenti della moderna società |
| industriale. |
| Bonazzi |