Due volte nel tempo
L’editore desidera innanzitutto dichiarare che non garantisce sulla veridicità dello
straordinario racconto che viene presentato. Esso fu sottoposto alla sua attenzione
tramite alcuni amici di Padre Sutton, un prete cattolico, insegnante di lingue classiche in
una scuola parrocchiale del Nebraska. Padre Sutton racconta che, mentre visitava l’Italia
nel 1947, assistette nel villaggio di Bartolozzi, che si trova alcune miglia a nord di Firenze,
allo sgombero delle macerie della chiesa sinistrata di San Marco di Giorno, che era stata
demolita da un bombardamento aereo nell’estate del 1944. A quel tempo, continua Padre
Sutton, uno degli operai, gli portò uno scrigno d’argento molto rovinato, che Padre Sutton
comprò per quattro dollari americani. Sul coperchio, che era stato chiuso con saldatura o
fusione, vi era profondamente inciso in latino, francese e italiano: «Nessun uomo apra o
faccia uso di questo scrigno, prima dell’aprile del 1957. Se lo farà, sarà con grave pericolo
della sua anima immortale.» Sembra che Padre Sutton abbia rispettato l’ingiunzione ed
abbia atteso fino al 21 Maggio 1957 prima di aprire con estrema curiosità lo scrigno. Esso
risultò contenere un fascio di fogli di carta, sui quali era scritto in inglese moderno, con
una grafia piccola e stretta, e legato con un filo d’oro, onde formare una specie di libro.
Dopo appena un’ora dall’inizio della lettura, Padre Sutton convocò parecchi dei suoi
colleghi di scuola per stabilire se la sua scoperta era o no di grande importanza. Studiosi
dell’Università De Paul, dell’Università Cattolica d’America e del Collegio di Boston se ne
interessarono e, alla fine, sia lo scrigno che il manoscritto, furono trasportati a New York.
Lo scrigno è di argento scuro corroso, e ha una forma piatta rettangolare; misura circa
dodici pollici per nove per tre. Gli antiquari concordano nel dichiarare che è di fattura
semplice, ma attribuibile al Rinascimento Italiano, probabilmente vecchio non meno di
quattrocento anni. Il manoscritto ha dato luogo a dispute: alcuni esperti si sentono sicuri
dell’antichità sia della carta che dell’inchiostro, altri lo ritengono un abile falso. Un fitto
mistero circonda il nome di Leo Trasher, il supposto autore del documento. Il Dr. Serge D.
Trasher di Chicago, un ingegnere fisico nucleare, impiegato come consulente presso un
impianto segreto Fèderale, afferma che il suo unico figlio Leon, scomparve da Firenze o
dai dintorni di questa città nell’aprile del 1957. Egli aggiunge che Leo Trasher aveva solo
dieci anni d’età quando Padre Sutton entrò in possesso dello scrigno sigillato e
frequentava la quinta classe in una scuola privata elementare di Chicago; a quel tempo il
suo massimo interesse era per i racconti sulle avventure interplanetarie. Il Dr. Trasher
insiste nell’affermare che egli non può dire se la grafia del documento è simile a quella del
figlio scomparso. Né miglior successo hanno avuto gli sforzi per identificare e localizzare
George Astley, il cui nome appare nelle prime pagine del manoscritto. È risaputo che
diversi creditori sono ansiosi di scoprire dove si trova un certo George Astley, originario di
Atlanta, nella Georgia, che partì per l’Italia nel 1956. Né è possibile accertarsi sulla validità
di un recente rapporto che lo riterrebbe residente in Messico sotto il nome di Gordon
Jackson. Parecchi passaggi del manoscritto, ivi compreso uno molto lungo all’inizio, sono
stati classificati Segreto di Stato degli Uffici Federali e non ne è stato quindi rilasciato il
permesso per la pubblicazione. Quanto non è stato ritenuto Segreto di Stato viene qui
offerto alla curiosità dei lettori.
Tellini