Nell'anno della Signora
Nel XXIX secolo la Terra conosce un nuovo medioevo. Ridotti a pochi milioni (in gran parte
mutanti), gli esseri umani hanno bandito la scienza e la tecnica, responsabili dell’epidemia
che aveva svuotato le città otto secoli prima. In un’era di fanatismo religioso, l’Italia è
sotto il governo dei papi di Nuova Roma, contrastato dal culto
neopagano che domina il nord, dove una casta di guerrieri e sacerdoti ha ridotto in
schiavitù i mutanti e punisce con la morte ogni tentativo di resuscitare la cultura degli
antichi. Paradossalmente, il tempio di questa religione tecnofoba è una cripta che
custodisce una unità di ibernazione computerizzata. Ma, non appena un monaco
eretico ficca il naso nei misteri del luogo, si scatena l’apocalisse:
richiamato in vita dal suo gelido sonno, l’essere che dormiva laggiù offre alle bande dei
ribelli la chiave per rievocare le antiche magie che si annidano nelle rovine di Milano.
Inutilmente la chiesa tenta di rimettere il coperchio al vaso di Pandora e di esorcizzare lo
specchio della potenza tecnica: le sbarrano la strada i ribelli
anarchici che, grazie proprio alla tecnologia, sperano di annientare le caste dominanti.

Giornalista e studioso delle mutazioni sociali e culturali indotte dal digitale e dai nuovi
paradigmi scientifici, Carlo Formenti (1947) ha pubblicato <i>Fine del valore d’uso </i>
(Feltrinelli 1980), <i>Prometeo e Hermes</i> (Liguori 1986) e <i>Piccole apocalissi</i>
(Cortina 1991), oltre a numerosi articoli su “aut aut” e “Alfabeta”. Come scrittore di
fantascienza ha esordito con l’antologia di racconti <i>Nove angeli neri</i> (Il Saggiatore
1996). Questo è il suo primo romanzo.
Fabriani