| Hippies!: Le culture della controcultura |
| Controculture, movimenti, amore libero, ecologismo, anti-militarismo e opposizione |
| all'intervento americano in Vietnam, grandi raduni giovanili: il sogno di libertà che il mondo |
| intero sperimentò negli anni Sessanta nasceva negli Stati Uniti intorno alle comunità degli |
| hippies - termine che, data la |
| varietà di radici ed esperienze,è d'obbligo declinare al plurale. Ma il sogno aveva origini |
| lontane, e si spinse ben oltre. Di quell'«oltre», cioè di cosa abbiamo ereditato dagli |
| hippies, si occupa questo libro - in un percorso fatto di immagini, musica Rock, letteratura |
| (quella «alta» e quella |
| «di massa» come la fantascienza), cinema, scritti teorici (e di politica, religione, |
| comunicazione). Perché se è vero che la maggior parte delle comunità alternative andò |
| presto in crisi, è anche innegabile che il loro impatto è stato grandissimo, e furono piantati |
| semi che, a distanza di quasi mezzo secolo, continuano a germogliare in mille direzioni. |
| Domande che |
| «soffiano nel vento» verso risposte trovate (forse mai cercate) e tentativi utopici di |
| pensare altri mondi possibili. Da tutto questo deriva una parte importante, forse la parte |
| migliore, del nostro presente. |
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| Salvatore Proietti (Roma 1963), americanista, ha partecipato a numerose iniziative di |
| associazionismo nelle periferie romane, e ha pubblicato in Italia e all'estero saggi sulla |
| cultura statunitense, occupandosi spesso di utopia e fantascienza. Ha scritto Storie di |
| fondazione: Letteratura e |
| nazione negli Stati Uniti post-rivoluzionari (Bulzoni 2002), e ha tradotto il romanzo Plus di |
| Joseph McElroy (Bollati Boringhieri 2001). |
| Proietti |