Maja delle streghe
Maja e la Ragna, protagoniste di questa storia, non sono dunque personaggi "inventati", le
loro avventure non sono frutto di fantasia; il mondo in cui si muovono lo possiamo
conoscere bene per mezzo dei documenti che biblioteche ed archivi storici ci conservano;
e per mezzo di questi documenti vivi che sono le strade, i palazzi, i dipinti - e perfino le
leggende e i proverbi popolari dell'epoca rinascimentale. L'idea di questo libro è nata infatti
dalla lettura di due documenti: il primo è una lettera, scritta nel 1507 da Isabella
Gonzaga, marchesa di Mantova, ad un amico, nella quale, tra altre notizie, si trova, detto
così, senza emozione: …l'inquisizione e fa bruciare domani la strega ed una donna della
Volta (che è un quartiere popolare di Mantova) perché, dopo la prima ammonizione, son
tornate a far peggio. (Dall' Archivio Storico Lombardo.) Il secondo è una notizia che si
trova in un processo di stregoneria avvenuto a Verbery nel 1577; la strega processata,
una contadina di cinquantanni, Giovanna Harvillier, fu bruciata, e la sua figlioletta di dieci
anni fustigata pubblicamente davanti al rogo, perché ricordasse per sempre quello che la
giustizia riservava agli adoratori di Satana.È certo un viaggio lontano nel tempo quello che
faremo seguendo i passi leggeri della piccola strega dalle campagne gelate dei malnutriti
al fumo sinistro del rogo; un viaggio entusiasmante.
Cottogni