Gli ultimi giorni di Minipolis
Minipolis è un frammento dell'umanità dei semplici, il filo che misteriosamente trattiene, sin
quando potrà trattenerle, le forze del Male. Il modulo narrativo della fantascienza non è,
qui, fine a se stesso. Dischi volanti, navi spaziali, uomini artificiali, spiriti che possono
uscire e rientrare nei loro o in altrui corpi, robot in rivolta, ricantano in forma scanzonata,
eppure compatta e avvincente, le bibliche e dantesche minacce contro gli scomposti (e
perciò, in definitiva, suicidi) appetiti, che ne gl'individui ne la società sanno disciplinare e
arginare. Lettori adolescenti e lettori adulti avvertono che il libro sorpassa le categorie di
mercato, ha una sua carica personale e poetica.
(Gino Raya)

A Minipolis, città del benessere nell'Isola dei Cani senza Coda, si compendieranno i finali
destini del genere umano, della cui distruzione stanno facendosi autori gli uomini impegnati
a camuffare con pretesti d'incivilimento la loro volontà di dominio,
Confortate da una misteriosa dimestichezza che entità extraterrestri avranno promosso
col mondo terrestre, l'antichissima e nuova sapienza cosmologica e la profetica
reinterpretazione della Storia Sacra giustificheranno — insieme con la previsione della
rovina — una valorosa volontà di salvezza e la remissione impetrata dai puri a favore dei
dissennati che, illudendosi d'essere i più astuti e i più forti, non credevano nella bontà.
«Gli uomini hanno bisogno, ogni tanto, di qualche dura lezione per credere»: Pina Ballario
racconta l'allegorica fantascientifica storia d'una «dura lezione» che sarà fonte di fede,
d'amore per la vita, d'ispirazione all'accomunamento di ciascuno con gli altri, nel tempo
dell'esistenza e nell'ultratempo d'una garantita speranza.
Dopo anni di silenzio, questo felice ritorno di Pina Ballario alla narrativa trasmette un
messaggio di fiduciosa amicizia umana per l'universo vivente.
(Fausto M. Bongioanni)
Cottogni