Mentre il re dorme
Nel duemilatrentotto il mondo è deserto. Ma nella città senza nome di un continente
senza nome (forse riconoscibile) abitano non più di diecimila persone. Sopravvissute a un
misterioso disastro che ha distrutto il genere umano, si sono riunite là dove ancora è
possibile, e anche bello, vivere. È un modo rivoluzionario di esistere, di pensare, di sentire,
di amare. Nascono bambini diversi, 'nuovi'. Sembra che a separarli dal vecchio mondo del
duemilaotto, dove pure si svolge grande parte della vicenda di alcuni dei protagonisti, non
siano solo trent’anni, ma centinaia d’anni. In questo mondo dove l’uomo ha ritrovato il
senso della vita, quel 'seme' che forse aveva in se stesso fin dal suo primo apparire sul
pianeta Terra, e che finalmente è diventato uno splendido fiore, le storie dei viventi si
intrecciano con quelle, lontane, dei morti, creature amate e rimpiante, in un andare e
venire ininterrotto fra presente e passato. Siamo in un tempo senza tempo, dove tutto è
possibile.
Vegetti