Altre inquisizioni
L’arte del saggio ha subìto con Borges una salutare metamorfosi. E il libro principale dove
tale metamorfosi si manifesta è <i>Altre inquisizioni</i>, che in origine radunava scritti
apparsi in varie sedi tra il 1934 e il 1952. Nessuno prima di Borges era riuscito, nel giro di
così poche pagine, e sempre con disarmante limpidezza, non solo a dire cose nuove su
autori talora celeberrimi e talora trascurati, ma a delineare una sensibilità e un modo di
avvicinarsi alla letteratura che si distaccano da ogni precedente. Anzi, è proprio questa la
peculiarità del libro: dopo di esso, la parola letteratura ha assunto un significato che
prima non aveva, estendendosi su tutto come un velo leggerissimo. Si tratti di Cervantes
o di Kafka, di Wilde o di Chesterton, di Hume o di Beckford o di Coleridge, tutti gli autori
qui indagati sembrano diventare, senza alcuna forzatura, anelli di una catena anonima e
infinita, dove, occultato, incontreremo anche l’anello che corrisponde a Borges stesso.
Virelli