La fattoria degli animali
È questo il libro che ha dato la celebrità a George Orwell. Vi si racconta come gli animali di
una fattoria si ribellino e, dopo avere cacciato il proprietario, tentino di creare un nuovo
ordine fondato su un concetto utopistico di uguaglianza. Due sono i capi della rivolta:
Napoleon, un grosso maiale in fama di voler sempre tare a modo suo, e Palla di Neve, che
è soprattutto un tecnico e un organizzatore. Una lotta accanita per il potere finisce col
dividerli, tanto che Palla di Neve è costretto a fuggire. Gli slogan del regime a poco a poco
mutano, l’antico inno è vietato e in vece sua si canta un nuovo inno a Napoleon, finché
un bel giorno i maiali, cioè i vecchi capipopolo, si mostrano alle altre bestie, esterréfatte,
ritti su due zampe: ormai tra loro e gli uomini non c’è più dìfferenza. L’acuta satira
orwellianà verso un certo tipo di totalitarismo, che ha avuto in Stalin la sua
esempliticazione più clamorosa, è unita in questo apologo a una felicità inventiva e a una
energia stilistica che pongono La fattoria degli animali sulla linea della grande tradizione
libellistica inglese del ‘700.
Sbaraini