Uomini nudi
E quando venne la primavera la Razza — o per meglio dire i pochi superstiti di quella che
era stata una grande razza di uomini primitivi — ritornò per gli antichi sentieri alla caverna
degli antenati.
Ma quella primavera strane cose accadevano; cose che non erano mai accadute prima;
creature inimmaginabili facevano capolino tra la cortina di foglie e sparivano come
immagini di sogno, o d’incubo. Creature nuove. Uomini. Sebbene la Razza non lo sapesse
ancora, non potesse capirlo nemmeno, i suoi giorni volgevano alla fine. Gli Eredi si
facevano avanti per raccogliere una civiltà in embrione e portarla innanzi sulla mi steriosa
strada della Evoluzione.
Tragico e composto, tutto fatti essenziali, tutto sentimenti universali, questo romanzo è
una straordinaria evocazione del mondo che visse prima della storia; è l’epopea dei grandi,
semplici, commoventi uomini nudi, che precedettero l’èra dell’uomo vestito, dell’Homo
Sapiens. E di come questo si sia impossessato del mondo, ancor così primordiale, che gli
lasciava la Razza.
Il senso psicologico che l’Autore rivela nell’indagare i problemi semplici ed eterni dell’uomo
primitivo non ha precedenti, a nostro avviso, nella storia della letteratura moderna.
Ecco un romanzo rivoluzionario, commovente, tragico, pieno di compassione per l’umanità
e il suo enigmatico destino.
William Golding aveva davvero qualche cosa di nuovo da dirci e ce lo ha detto con una
narrazione pari alla grandezza e alla dignità dell’argomento: l’Uomo, barbaro o incivilito che
sia.
Sbaraini