Kalki
Alter-ego femminile dell’autore, la bellissima Theodora Ottinger, asso dell’aria e autrice di
Kalki best seller, riceve una strana offerta: recarsi nel Nepal a intervistare un misterioso
personaggio carismatico che si fa chiamare Kalki e annuncia la fine del mondo. L’intrepida
e bisessuale Teddy parte per Katmandu e in aereo incontra un bizzarro individuo, il dottor
Ashok, indiano dell’India, il quale si proclama agente della CIA e afferma che Kalki è a capo
di un colossale traffico di droga e possiede una grossa società. Religione, droga, affari,
politica: Teddy si trova al centro di una enor me ragnatela d’interessi e intrighi. Allora è
un ROMANZO GIALLO? In un certo senso... Secondo la mitologia indù, la comparsa del dio
Kaiki, ultima incarnazione di Visnù, significherà la distruzione dell’umanità e l’inizio dell’età
dell’Oro. Ma il Kalki di Vidal non è certo quello delle antiche scritture indù. Se non altro, è
americano, si chiama Kelly, è un ex esperto di guerra batteriologica; è anche molto bello,
come del resto la dea Lakshmi, sua moglie, e Teddy s’innamora pazzamente anche di loro:
ROMANZO EROTICO? C’è anche questo, ma non basta. L’inchiesta che Teddy conduce la
porta a scoperte singolari, sempre più sconcertanti e divertenti. Cronista scanzonata
dell’intera vicenda, la bella americana diventa a sua insaputa lo strumento materiale per
realizzare quella fine del mondo che — sul serio — rientra nei piani divini (o diabolici) di
Kalki-Kelly-Visnù. E la fine si verifica puntuale alla data prevista: il 3 aprile dell’anno
prossimo. Ma non tutti scompaiono:
ROMANZO DI FANTASCIENZA? Certo, ma anche avveniristico sul tipo di 1984, e altro
ancora. Prima della fine del mondo, la nostra investigatrice ha modo di scoprire al cuni
altarini della politica USA, di lanciare frecciate vidalliane a senatori e presidenti, di
ironizzare su usi e costumi della società del benessere e dello spettacolo: non per niente
la dea televisione non è meno ubiqua del dio Visnù, in questa singolare narrazione.
Dunque: ROMANZO SATIRICO? Da un certo punto di vista, sì; ma qual è quel testo di Gore
Vidal che non trasudi ironia e irrisione? Kalki è un riuscitissimo amalgama di tutti questi
ingredienti, a edificazione e spasso del lettore. Ma la fine del mondo non segna la fine di
questo affascinante romanzo. Tutt’altro! ... Il bello viene dopo, in toni fra apocalittici e fri
voli: d’una frivolezza agghiacciante e d’una rovinografia allegrissima, fino alla grande
trovata finale che lascia sgomenti e... soddisfatti.
Sbaraini