| L'Io della mente. Fantasie e riflessioni sul sé e sull'anima |
| «Che cos’è la mente? Chi sono io? Può la mera materia pensare o sentire? Dov’è l’anima? |
| Chiunque si trovi ad affrontare queste domande precipita in un mare di perplessità. |
| Questo libro vuole essere un tentativo di rivelare queste perplessità e portarle in piena |
| luce. Il nostro scopo non è tanto rispondere direttamente alle grandi domande, quanto |
| scuotere tutti: sia coloro che hanno del mondo una visione rigida, concreta, scientifica, |
| sia coloro che hanno una visione religiosa o spiritualistica dell’anima umana. Siamo |
| persuasi che per il momento non esistano risposte semplici alle grandi domande e che |
| occorrerà un ripensamento radicale dei problemi in gioco prima di poter raggiungere un |
| accordo sul significato della parola “io”. Questo libro vuole dunque provocare, infastidire e |
| confondere i lettori, vuole rendere strano ciò che è ovvio e, magari, rendere ovvio ciò |
| che è strano». Con queste parole, poste in margine all’Io della mente, muoviamo il primo |
| passo al di là di quella immensa area dell’intelligenza artificiale di cui Hofstadter ci aveva |
| presentato una memorabile esplorazione con Gödel, Escher, Bach. Ora, insieme a Daniel C. |
| Dennett (autore di Brainstorms), Hofstadter giunge a porre al centro dell’indagine |
| l’oggetto che da sempre è stato ritenuto quanto di meno scientifico vi sia – e oggi invece |
| è un passaggio obbligato: la coscienza. La neurofisiologia e le macchine, per vie diverse, |
| convergono su domande che la coinvolgono: che cosa avviene quando si pensa? Che |
| cos’è che distingue un’operazione cosciente dalla stessa operazione compiuta con |
| procedimento automatico? E come mai, appena introduciamo nel discorso scientifico la |
| parola «coscienza», tutto sembra diventare inafferrabile? Se è vero che «la coscienza è il |
| connotato più ovvio e insieme più misterioso della nostra mente», la ricerca in questa |
| direzione si muove ancora a tentoni: ma la vera frontiera del pensiero scientifico oggi è |
| proprio in quella parola. Così Hofstadter e Dennett hanno ideato un libro che corrisponde, |
| nella sua forma, al profilo delle nostre conoscenze attuali: un profilo frastagliato, dove i |
| vari segmenti sono spesso costituiti di materiali diversi. Non solo, dunque, di ipotesi |
| scientifiche, ma di ipotesi narrative, e le une sembrano trapassare naturalmente nelle |
| altre. Così in queste pagine si troveranno testi teorici, da Turing a Dawkins, a Nagel, a |
| Searle, accanto a racconti di Borges o di Lem. E, intrecciati agli uni e agli altri, testi di |
| Hofstadter o Dennett, o loro commenti che contrappuntano i testi degli altri autori. È un |
| vero «labirinto armonico» che qui si dispiega dinanzi al nostro «occhio della mente», un |
| percorso tortuoso che si propone di superare i vari «blocchi stradali» frapposti fra noi e |
| quello strano oggetto, la coscienza, che è la parte più segreta di noi, quella che in questo |
| momento sta leggendo queste parole. L’io della mente è apparso per la prima volta nel |
| Virelli |