Il buon Dio di Manhattan - Un negozio di sogni - Le cicale
Scrisse una volta la Bachmann: «Siccome nel Buon Dio di Manhattan tutte le questioni si
risolvono nell’unica questione dell’amore tra uomo e donna, che cosa sia quest’amore,
come si svolga, e quanto piccolo, o quanto grande possa essere, si potrebbe dire: ma
questo è un caso limite ... Ora, però, in ogni situazione amorosa più quotidiana, si cela il
caso limite ... perché in tutto quello che facciamo, pensiamo e sentiamo, talvolta
vorremmo andare fino alle estreme conseguenze». I due amanti rinchiusi in camere
provvisorie dei piani alti di Manhattan sperimentano dunque qualcosa che va contro
l’ordine, se è vero che «l’amore sta nel lato oscuro del mondo» ed è «più dannoso di
qualsiasi misfatto, di qualsiasi eresia». Sperimentano un «altro stato», una «contro-era» –
e ci fanno pensare a Ulrich e Agathe dell’Uomo senza qualità di Musil. Nel Buon Dio di
Manhattan circola un’euforia irragionevole, una lieve ebbrezza delle parole che «tocca il
cuore» (Werner Weber). La forma del radiodramma si rivelò altamente congeniale alla
Bachmann: divenne per lei un puro tessuto di voci, lirico e sarcastico, sottratto alle
convenzioni della scena. Questo volume raccoglie per la prima volta tutti i suoi
radiodrammi: dal più celebrato, che è Il buon Dio di Manhattan (1958), a Le cicale,
evocazione di un’isola di naufraghi dove si può riconoscere – dietro il velo delle immagini –
Ischia degli anni Cinquanta, e Un negozio di sogni, che apparve postumo.
Virelli