Concerto rosso
La musica come via al Trascendente, al Metafisico...
Di questo, Alessio Dotta, importante giornalista e musicologo, era convinto assertore:
tuttavia mai avrebbe pensato di poter vivere tale convinzione sulla propria pelle. E mai
avrebbe supposto che il casuale ritrovamento dello spartito del Rambaudi, quel Concerto
Rosso così agognato e sfuggente, avrebbe lasciato dietro di sé una scia di sangue e di
mistero.
In una Torino di fine millennio, mai descritta così affascinante ed evocativa, Berbotto
dipana un giallo inquietante, coinvolgente; l’autore, come un direttore d’orchestra, alterna
pagine di adagio a pagine di allegro vivace, di eventi in rapida successione e di riflessioni
profonde, in una cornice di mistero che sino all’epilogo rimane inviolato, anzi che si
autoalimenta sino a una totale trasposizione lettore-protagonista. L’epifania finale
squarcia la trama e rivela quanto la musica sia la vera primadonna dell’opera, contribuendo
a scandire, come colonna sonora, le vicende della storia qui narrata.
Pier Luigi Berbotto pubblicò questo romanzo nel 1985, ma per qualche misterioso motivo
all’ultimo cambiò il finale: quello originale rivelava troppe verità? La nuova edizione
riveduta e corretta restituisce a Concerto Rosso il finale originale e riporta, inoltre, in
postfazione, una guida ideale per cercare, e trovare forse, i luoghi della Torino magica
citati nel romanzo
Cottogni