La visita meravigliosa
“Incubo indimenticabile”, nella definizione di Borges, “La visita meravigliosa” appartiene ai
primi esercizi fantastici di Wells, quelli che sono, forse, quanto di più ammirevole comprende
la sua opera straordinaria.
Composto nel 1895, ovvero, prodigiosamente, nell’anno medesimo in cui apparvero “La
macchina del tempo” e “L’isola del dottor Moreau”, i romanzi per i quali Wells è
universalmente noto, consiste nel racconto delle avventure che occorrono ad un angelo
caduto inspiegabilmente, un giorno, dalla “terra dei bei sogni”, nel piccolo, triste, cattivo
mondo degli uomini. Avventure di ogni sorta che includono l’esperienza del dolore e
dell’esclusione, della perplessità e di un progressivo sgomento, sino ai quando un episodio
illuminante non giungerà, alla fine, a rivelare improvvisamente, ai suoi occhi e a quelli
affascinati del lettore, il volto segreto del mondo, la visione del mondo “trasfigurato in uno
splendore che supera lo sfolgorio del paese angelico”, avvolto da una luce insostenibile, “la
luce meravigliosa dell’amore e dell’abnegazione”.
Finale che trasforma un racconto intriso della più persuasiva desolazione, in un coraggioso
invito alla speranza, documento toccante della fiducia in una possibilità, altrove esclusa
dall’orizzonte di quel mirabile artefice di “miracoli atroci” che fu H.G. Wells.
Bonazzi