| L'esaltazione demoniaca. Hoffmann e i classici |
| Cosa differenzia l’eroe protagonista di gran parte della letteratura romantica da una |
| creatura demoniaca, quale passo separa il suo vivere per la passione e per i grandi ideali |
| dal cedere alle forze oscure del male? Spesso tale duplice psicologia è incarnata in uno |
| stesso personaggio, poiché il Genio non può non tenere conto dell’aspetto negativo della |
| propria sublimità, la notte che fa scendere l’uomo nell’abisso del sé, nell’arcano del mondo: |
| fino alla vera conoscenza, ma anche all’annientamento dell’io, quando la dimensione |
| irrazionale che lo coglie da esteriore diventa interiore, possedendolo e rendendolo, da |
| strumento di rivelazione della divinità, tragica preda della follia e dell’autodistruzione. Ecco |
| allora l’esaltazione demoniaca propria di grandi artisti come Goya, Blake, Füssli, ma |
| soprattutto di Hoffmann narratore. L’interessante e originale percorso di questo saggio ci |
| mostra come il mondo dionisiaco rivelatoci dalle Baccanti di Euripide, la demonologia di |
| Socrate, il furor divino della filosofia platonica e le rappresentazioni della magia nera della |
| letteratura classica tornino a far rivivere, nella letteratura fantastica del Romanticismo, il |
| mito di Satana, angelo decaduto che compie la sua ennesima metamorfosi nell’uomo, |
| schiavo della propria debolezza e insieme della propria grandezza. |
| Bonazzi |