| Robot e folletti |
| Il 2000 è ormai alle porte con i suoi miracoli tecnologici e i suoi orrori nascosti, e già il |
| passato si tinge dei colori di una calda malinconia. |
| Lester del Rey, con questi 11 racconti scritti tra il 1939 e il 1957, riesce più di chiunque |
| altro ad anticipare le mille sfaccettature di questa attesa. I suoi folletti che hanno il |
| profumo delle antiche saghe nordiche e gli Dei ormai scalzati dai loro troni si confrontano |
| con robot che non sono più soltanto gli asettici messaggeri del futuro, ma bensì gli |
| ambigui custodi di un’umanità che possiede ogni nostra sfumatura emotiva e magari |
| qualcuna in più… Fra gli orrori e le speranze che ci attendono dietro l’angolo, del Rey ci |
| indica una via che forse non è facile ma neppure sbarrata da un pessimismo troppo spesso |
| facile e opportunista. |
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| Lester del Rey è nato a Clydesale (Minnesota) nel 1915. Dopo aver debuttato in |
| fantascienza nel 1938 si è dedicato a numerose attività collaterali (è stato |
| agente letterario, curatore e critico), giungendo negli ultimi anni alla testa – insieme alla |
| moglie Judy-Lynn – dei settori dedicati alla fantascienza e alla fantasy della casa editrice |
| Ballantine. Fra i suoi migliori romanzi ricordiamo “Incidente nucleare” (1942-56), |
| “L’undicesimo comandamento” (1962) e “Psicoscacco” (1974); fra le sue raccolte “Fratelli |
| mostri” (1965) e “Invasori e invasati” (1973). |
| Fabriani |