| Le Voci di Dopo [e altre storie] |
| Come cucinare un « maiale » pensante?... Perchè l’umanità si trasforma in una colonia di |
| esseri striscianti?... Come passare da un’economia « duplicativa » ad una creativa?... |
| Quali sono i pericoli del « commercio temporale »?... Quali insidie nasconde il « gioco della |
| guerra »?... Chi e Benny Cemoli?... Come fare per vincere una guerra già perduta prima di |
| combatterla?... Come richiamare da un misterioso « altrove » una riluttante Euridice?... A |
| chi appartengono le « voci » misteriose che giungono dallo spazio e che si odono in ogni |
| televisore, in ogni radio, in ogni telefono? I problemi paradosso sono una caratteristica |
| della narrativa di Philip K. Dick, l’autore che l’inglese John Brunner ha definito « il genio |
| fantascientifico più pervicacemente brillante nel mondo». Questa raccolta di romanzi brevi |
| e racconti presenta il meglio della produzione di Dick negli Anni Cinquanta e Sessanta: il |
| suo « periodo d’oro », nel quale fondo un vero e proprio nuovo stile nel racconto di |
| science fiction (un genere, nonostante le apparenze, a lui assai più congeniale del |
| romanzo). È stato lo stesso Dick a scegliere per questo denso volume (e per quello che gli |
| farà seguito) la parte più rappresentativa, in assoluto, della sua produzione letteraria. |
| Tellini |