| La civiltà del vento |
| Un tema caro a Ballard, che ricorre in quasi tutta la sua ormai vasta produzione, torna in |
| questa antologia, e soprattutto nel romanzo breve che le dà il titolo. È il tema della rovina |
| della nostra civiltà, non tanto descritta spettacolarmente quanto subita da pochi |
| personaggi che si sono in qualche modo adattati alla desolazione, all'abbandono, alla |
| decadenza. Nessuno come Ballard ha saputo creare l'atmosfera di una metropoli |
| spopolata, dove ancora qualche albergo funziona, qualche semaforo scatta, e dove per |
| esempio un giovane, allevato in una delle nuove Città Giardino, ritorna per una |
| affascinante ricognizione. Nella Città Giardino non c'è smog, non ci sono motori, il vento e |
| il sole forniscono tutta l'energia; ma quel mite e ordinato mondo pastorale è ben presto |
| dimenticato da Halloway. In lui, e nei pochi altri superstiti che vivono tra i bui grattacieli e |
| le rugginose carcasse di automobili, nasce un sogno grandioso, delirante: ridare la luce, il |
| traffico, il rumore, la violenza, la vita, a quel drago addormentato che è la metropoli. |
| Tellini |